Il caso Arianna Meloni infiamma lo scontro governo-magistratura, l’Anm: «Vogliono delegittimarci con presunti complotti»

Per l’associazione dei giudici le dichiarazioni di Meloni sulle presunte indagini sulla sorella sono «un esercizio pericoloso per le istituzioni repubblicane»

Il rapporto tra l’Associazione nazionale magistrati – l’Anm – e il governo Meloni non è mai stato idilliaco, anzi il contrario. Il caso delle presunte attenzioni giudiziarie poste su Arianna Meloni, tuttavia, ha alzato ulteriormente il livello dello scontro. La sorella della presidente del Consiglio, secondo il Giornale, sarebbe nel mirino di un attacco incrociato mosso da quotidiani, sinistra e «pm militanti». Si è ventilato anche l’ipotesi di reato, il traffico di influenze, anche se la sostanza delle accuse e la sua provenienza resta avvolta nel mistero. Eppure Giorgia Meloni, dopo la pubblicazione dell’articolo, ha definito «molto verosimile» la ricostruzione, «gravissima se fosse vera». L’ha paragonata a «uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi». Oggi la dura replica dell’Anm. Per l’Associazione che rappresenta i giudici le affermazioni della leader di Fratelli d’Italia – e degli altri esponenti meloniani – sono «l’ennesimo attacco alla magistratura, volto a delegittimarla adombrando presunti complotti. Un esercizio pericoloso che indebolisce le istituzioni repubblicane e danneggia l’intero Paese».


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