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Alain Delon e il quarto «figlio» mai riconosciuto. La tragica storia di Christian Ari Boulogne

19 Agosto 2024 - 13:35 Gabriele Fazio
Su richiesta di Nico fu adottato da Édith Delon, madre di Alain

Quando il 20 maggio del 2023 il suo corpo fu trovato in avanzato stato di decomposizione a causa di un’overdose da eroina avvenuta un mese prima, Anthony Delon, il maggiore dei figli del leggendario Alain, venuto a mancare ieri, gli ha dedicato un pensiero dal proprio profilo Instagram: «Riposa in pace Ari. Un destino tragico. Tristezza. Un pensiero per i suoi due figli». Ari è Christian Aaron Boulogne, fotografo francese e presunto figlio di Alain Delon. Un figlio che l’attore si presume abbia avuto con Nico, l’attrice e modella tedesca che ispirò i Velvet Underground di Lou Reed per quel capolavoro assoluto di omonimo album del 1967, e anche Andy Warhol, di cui fu una delle più acclamate muse. Di fatto, una delle più fascinose donne della storia dell’arte mondiale e non soltanto sotto un profilo estetico. Una donna che ebbe una fugace relazione anche con Alain Delon, solo di una notte, come ha più volte ribadito l’attore, ma abbastanza, ha sempre sostenuto Ari, per lasciarla incinta. L’utilizzo del condizionale in questa storia è d’obbligo, perché la star del cinema francese non ha mai riconosciuto quella paternità, arrivando a dichiarare, senza mezzi termini e direttamente all’interessato, così come in tribunale: «Non hai i miei occhi, non hai i miei capelli. Non sei mio figlio, non sarai mai mio figlio». Ciò che accadde negli anni ci dice, nei fatti, che si trattò di una sorta di presa di posizione, infatti alla tragica morte di Nico, avvenuta il 18 luglio del 1988 ad Ibiza per un’emorragia cerebrale dovuta ad una caduta da una bicicletta scambiata per un’insolazione dai medici dell’isola, il giovane Christian venne adottato ufficialmente dalla madre di Alain Delon, Édith, e dal suo secondo marito Paul Boulogne, di cui poi prese il cognome, su richiesta di Nico e contro il parere dell’attore francese. Una situazione non facile dunque per il ragazzo che aveva con la madre un rapporto morboso, a tal punto che, come racconterà nel 2018 al Journal du Dimanche: «Dai miei 16 anni fino alla fine, abbiamo condiviso la stessa droga, la stessa siringa. Era un modo per stare insieme».

La vicenda giudiziaria

Christian Aaron Boulogne solo nel 2019, dopo una battaglia fuori dai tribunali durata anni, chiese ufficialmente al presunto padre Alain Delon, di essere riconosciuto, ricevendo un secco rifiuto. La situazione d’altra parte negli ultimi tempi si era fatta assai più complessa per la star del cinema francese, dallo scorso 25 gennaio infatti la magistratura francese, data l’età avanzata e le conseguenze di un ictus che lo aveva colpito nel 2019, aveva rafforzato la sua tutela legale, anche a causa di un patrimonio stimato di oltre 200 milioni di euro che preannunciava una disputa tra i tre figli legittimi (Anthony, Anouchka e Alain-Fabien) e il possibile inserimento nella questione, appunto, di Christian e della nipote Blanche. Ma Christian se n’è andato prima del padre e non sarebbe comunque stato inserito tra i beneficiari di un’eredità che, secondo il testamento dell’attore, compilato anni fa, andrà per metà ai due figli maschi e per metà alla figlia femmina, cosa che naturalmente, si preannuncia, creerà a stretto giro una diatriba legale già cominciata da tempo, quando Anouchka, voleva spostare il padre ufficialmente in Svizzera contro il parere dei due fratelli. Niente però che riguardi Christian, un uomo che non riuscirà mai a farsi accettare da quello che le cronache ci dicono che con tutta probabilità, ma non legale sicurezza, fosse il padre.

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