Sharon Verzeni, i 20 volti da identificare: «Tra loro forse c’è il suo assassino»

Inquadrati dalle telecamere nei momenti dell’omicidio. Il giallo della persona in bicicletta. E le parole del fidanzato

Venti volti inquadrati dalle telecamere nelle vie di Terno d’Isola durante l’omicidio di Sharon Verzeni. Ancora da identificare. Persone che passavano a piedi o in bicicletta, ma anche in auto o in moto. E non è escluso che tra loro possa esserci l’assassino che ha colpito nella notte tra il 29 e il 30 luglio a via Castegnate. Con i sospetti sulla possibilità che l’omicida sia una donna e la certezza che la polizia conosce già il sesso di chi l’ha uccisa grazie all’esame del Dna. Intanto oggi parla il fidanzato Sergio Ruocco: «Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi?».


Una persona in bicicletta

Il Corriere della Sera dice che le indagini si concentrano per ora su una persona che era in bicicletta. Probabilmente un uomo che si aggirava in via Castagnate intorno alle 00.50 del 30 luglio. Anche se potrebbe trattarsi di un testimone oculare e non dell’omicida. Secondo il quotidiano lungo il tragitto della passeggiata serale ordinata dal nutrizionista Sharon Verzeni non ha mandato messaggi o fatto telefonate. L’arma del delitto ancora manca. E gli inquirenti cominciano a pensare che ad agire non sia stato un professionista con un piano studiato. Perché è vero che quella zona non è controllata dalle telecamere, ma l’assassino avrebbe potuto colpire in altri punti del percorso abituale della donna, dove le strade sono deserte. Si pensa anche a un disperato, non si esclude con disturbi psichiatrici, e nemmeno sotto effetto di stupefacenti.


Sergio Ruocco

Potrebbe essersi nascosto nelle vicinanze dopo aver colpito, in quei 20 secondi. E che poi potrebbe essere scappato con il primo treno delle 5.35 in stazione. Ma continua a mancare un movente. Intanto nell’intervista che rilascia oggi a Repubblica il fidanzato di Sharon Sergio Ruocco dice che tornerebbe volentieri dai carabinieri: «Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi». Però sull’assassino non fa ipotesi: «Non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere».

E conclude: «Non riesco a ripensare a quella sera… preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell’ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: “Aspetta, non uscire”. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni».

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