Le armi, la sparatoria, l’allarme: chi era Ewald Kühbacher e perché ha ucciso il padre e una vicina a San Candido

Ha chiamato lui i vigili del fuoco e i carabinieri. Poi ha cominciato a sparare dalla mansarda

Ewald Kühbacher per gli abitanti di San Candido (Bolzano) era un fantasma. 49 anni, morto all’ospedale di Bolzano dopo aver ucciso il padre Hermann e una vicina di casa ed essersi sparato alla gola, Ewald era da anni senza un lavoro. Si occupava del padre vedovo dal 2019, che aveva bisogno di cure domiciliari. Hermann Kühbacher era stato guardiacaccia e da lì era nato l’interesse del figlio per pistole e fucili. Aveva una collezione di armi, tutte detenute legalmente. E con molte di queste durante la sparatoria ha sparato anche a raffica dalla mansarda di casa. «Siamo vicini da 49 anni, ti prego smettila», gli ha urlato un vicino in tedesco cercando di fermarlo.


Schivo ma tranquillo

Ewald Kühbacher non soffriva di disturbi psichici, per lo meno palesi. Non seguiva terapie e non aveva legami sentimentali. Era «una persona schiva ma tranquilla», che rispondeva al saluto quando lo si incrociava per strada. Come il resto della famiglia: «Persone che amavano stare per conto proprio». In passato aveva lavorato prima come guardia giurata e poi come panettiere. Poi era stato licenziato. Da quel momento si è occupato quasi a tempo pieno del padre. Kühbacher ha un fratello che, dopo aver vissuto per anni in Austria, da poco è rientrato a San Candido. Anche di lui in paese non si sa molto. Secondo una prima ricostruzione la vicina di casa sia stata colpita quasi per caso. Era solo uscita di casa per i rumori degli spari. Tutto è cominciato poco dopo le 23 di sabato, quando sono arrivate diverse segnalazioni per una lite e per un forte odore di gas.


La ricostruzione

A quanto pare però l’allarme è stato dato dallo stesso killer per attirare l’attenzione. Kühbacher ha cominciato a sparare quando sono arrivati i vigili del fuoco dal terrazzo della mansarda. Ha colpito di rimbalzo un agente e ha frantumato i vetri dei carabinieri e delle altre auto in sosta. Erwan ha continuato a sparare fino alle 4 del mattino. Da via San Corbinano i colpi si sentivano fino in centro. Fino alle 11 del mattino il paese è rimasto sotto assedio. In mattinata la Protezione civile ha anche allertato residenti e turisti invitandoli a non uscire di casa. Poi l’uomo si è nascosto in una stanza e si è puntato il fucile alla gola, sparando un colpo che più tardi si è rivelato letale.

Leggi anche: