Nessuno studio conferma che i vaccini Covid abbiano ucciso 17 milioni di persone

Non si tratta di uno studio e gli autori sono noti per la diffusione di contenuti fuorvianti

Riscontriamo diverse condivisioni Facebook in merito a uno “studio”, il quale dimostrerebbe che i vaccini Covid uccidono. Qui c’è poco da sottilizzare. Sostenere che una ricerca dimostrerebbe come le dosi contro il nuovo Coronavirus avrebbero ucciso 17 milioni di persone, è una pericolosa menzogna No vax. Vediamo più in dettaglio perché la nostra non è una mera affermazione dogmatica, fondandosi invece sui dati.

Per chi ha fretta:

  • Secondo diverse condivisioni Facebook un ampio studio dimostrerebbe che i vaccini Covid avrebbero ucciso 17 milioni di persone.
  • Il report è l’ultimo di vari tentativi volti a screditare i vaccini, ignorando i collegamenti certificati tra decessi e i casi di Covid grave.
  • Lo stesso documento cerca di negare che la Covid-19 abbia causato una reale emergenza sanitaria, con sprezzo di quanto è stato dimostrato nella realtà.

Analisi

Le condivisioni sono spesso limitate al riportare lo screen di un post di Slay News del 2 agosto 2024. Ecco alcuni passaggi dell’articolo (il grassetto è nostro):

Il più grande studio globale sull’eccesso di mortalità della storia – riporta Bergman – ha confermato che le iniezioni di mRNA di Covid hanno ucciso l’incredibile cifra di 17 milioni di persone. […] Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’organizzazione no-profit canadese Correlation Research in the Public Interest e dell’Università del Quebec a Trois-Rivières. […] Come riportato di recente da Slay News, lo stesso gruppo di ricerca ha pubblicato il mese scorso uno studio esplosivo dimostrando che il COVID-19 non ha causato alcun numero di morti in eccesso durante o dopo la pandemia, nonostante le diffuse affermazioni contrarie da parte delle agenzie sanitarie di tutto il mondo.

L’uso del concetto di Correlation da parte dell’Associazione è emblematico. Inoltre, lo “studio” sui vaccini è lo stesso che parla di una presunta “non mortalità” della Covid-19. Non si tratta certo di un articolo sottoposto a peer review per una rivista scientifica vera e propria.

Il “non studio” sui vaccini Covid che uccidono

Lo stesso documento dice che la Covid-19 non avrebbe causato alcun eccesso di mortalità. Questo ci fa legittimamente sospettare che gli autori abbiano escluso a priori la correlazione tra ondate pandemiche, varianti Covid e ospedalizzazioni nel mondo. Considerare esclusivamente la contemporaneità tra distribuzione dei vaccini e decessi, non è esattamente una dimostrazione di causalità.

I precedenti bias degli autori contro i vaccini Covid

Gli autori stanno “suggerendo” che se c’è stato un eccesso di morti durante la pandemia questo sarebbe dovuto alle vaccinazioni di massa (Sic!). Le firme del documento dovrebbero farci riflettere: Denis G. Rancourt, Joseph Hickey e Christian Linard. Basta infatti dare un’occhiata alla pagina dell’Associazione che ospita il testo per capire che si tratta dei padroni di casa. Hickey in particolare è il presidente e ha un PhD in biochimica. Rancourt (PhD in fisica) e Linard sono invece ricercatori associati.

Per altro due nomi di questi ricercatori che fanno tali affermazioni sui vaccini Covid non ci suonano nuovi. Dell’ex professore di fisica all’Università di Ottawa Denis Rancourt avevamo trattato qui. Secondo l’ex docente, cacciato dal suo ateneo per la condotta “controversa“, «la maggior parte dei paesi non ha registrato alcun numero di morti in eccesso fino a quando non sono state lanciate le iniezioni di mRNA». Sempre secondo precedenti affermazioni di Rancourt «non c’era alcun agente patogeno particolarmente virulento, non c’è alcuna prova a riguardo. Non c’è nulla che si stia diffondendo che causi la morte». Eppure, i decessi in terapia intensiva sono drasticamente calati proprio a seguito dei vaccini, come avevamo mostrato qui. Che le terapie intensive fossero al collasso è per altro confermato dal personale ospedaliero e dai parenti delle vittime in tutto il mondo. Per approfondire potete leggere quiqui e qui.

Per non parlare di tutti quelli che rilevano la presenza di SARS-CoV-2 col test molecolare PCR (approfondimenti anche quiqui e qui) – spiegavamo nel precedente articolo su Rancourt -. Il virus viene continuamente isolato in tutto il mondo (ne abbiamo trattato quiqui e qui), così come le varianti Covid e le mutazioni che le caratterizzano (potete approfondire quiqui e qui). Insomma, anche in questo caso dovremmo ipotizzare un assurdo complotto globale di milioni di esperti. Però dovremmo considerare plausibile un collegamento tra vaccini Covid ed eccesso di morti di cui non esistono prove e testimonianze.

Anche Christian Linard non è nuovo ad affermazioni No vax, ben prima della pandemia di Covid-19. Questo rilevante bias è riportato dal collega Nicholas De Rosa nella sua analisi del febbraio 2022 per il sito Web di Radio-Canada. Ecco cosa riportava invece Philippe Mercure nel suo articolo dell’aprile 2019 per la canadese La Press:

«Christian Linard, professore di biochimica clinica presso il dipartimento di chiropratica, ha pubblicato o condiviso 17 commenti o studi che affrontano la questione dei presunti pericoli dei vaccini – continua Mercure -, ne mettono in dubbio l’efficacia o sostengono la libera scelta della popolazione riguardo alla vaccinazione. Durante questo periodo non sono stati trasmessi commenti positivi sui vaccini. In effetti, La Presse non ne ha trovato nessuno in tutte le pubblicazioni Facebook di Linard».

Tanto per farci un’idea della perizia con cui Linard deduce i collegamenti tra decessi, malattie e vaccini, ricordiamo che all’epoca l’OMS lanciava l’allarme dei casi di morbillo aumentati del 30% dal 2016. «Sono coinvolti diversi fattori – riferiva Mercure -, ma le “false informazioni” che circolano sui vaccini [sono segnalate particolarmente (“sont montrées du doigt”), Nda] dall’OMS». Anche New York era alle prese con una epidemia di morbillo. Eppure Linard da un lato non dava credibilità agli avvertimenti dell’Ente mondiale, dall’altro negava di essere No vax, limitandosi ad affermare che «come principio precauzionale, dico: bisogna stare attenti». Sì, però intanto era tornata una epidemia di morbillo negli Stati Uniti, in “correlazione” a delle campagne di puro “allarmismo” contro i vaccini a cui lo stesso Linard aveva contribuito. Trovate un nostro approfondimento dell’epoca qui.

Vaccini Covid ed eccesso di morti: una narrazione costruita con metodi errati

A quanto pare di questa narrazione contro i vaccini Covid e che contemporaneamente nega l’eccesso di morti collegato alla pandemia, si parlava già da prima del luglio 2024. Scopriremo a breve infatti, che Rancourt e i colleghi dell’associazione Correlation, avevano già messo in circolazione un report relativo a 17 paesi dell’emisfero meridionale, col medesimo metodo, già sottoposto a debunking da parte di diversi colleghi, che a loro volta si sono basati sugli studi più autorevoli e sulla consultazione di esperti. Ecco in ordine cronologico alcune analisi di cui consigliamo la lettura:

In sintesi, il primo tentativo di diffondere la narrazione dei 17 milioni di morti collegati ai vaccini Covid è rappresentato da un precedente report del settembre 2023, dal titolo «COVID-19 vaccine-associated mortality in the Southern Hemisphere». Secondo Correlation, la rivista Journal of Research and Applied Medicine avrebbe accettato il paper per la pubblicazione il 30 luglio 2024. Il problema è che il codice DOI associato all’articolo risulta errato. Ma il dubbio più grande è nel metodo.

Come anticipavamo all’inizio della nostra analisi, il “trucco” in questi tentativi di screditare i vaccini Covid è quello di correlare i decessi alla contemporanea distribuzione delle dosi, considerando a priori i dati delle terapie intensive come fasulli, visto che non si tiene conto delle ondate associate al progressivo emergere delle varianti, che hanno richiesto a loro volta l’aggironamento delle dosi booster.

«Rancourt non ha considerato le morti per COVID-19», ha affermato Jeffrey S. Morris, direttore della divisione di biostatistica presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania in un tweet il giorno dopo la diffusione di questo primo report.

«Perché ignori completamente il fatto che le morti in eccesso in tutto il mondo si raggruppano in gran parte in picchi che corrispondono a picchi di casi Covid confermati e decessi attribuiti a Covid? – Chiede Morris a Rancourt -. Non si allineano con il rigore della mitigazione del Covid e non si allineano con il lancio delle vaccinazioni (tranne nei luoghi in cui il lancio delle vaccinazioni è stato effettuato durante massicce ondate di Covid)».

Non a caso gli autori citano il paper riguardante i paesi a Sud del mondo – assieme ad altre auto-citazioni – anche nell’ultimo report, dove il metodo risulta lo stesso.

Vediamo che effettivamente viene descritto lo stesso “gioco correlativo”, dove gli autori non spiegano in maniera convincente come avrebbero escluso i collegamenti coi decessi Covid certificati, né la presenza di varianti Covid nelle varie regioni del mondo prese in considerazione.

«In pratica – spiegano gli autori -, il nostro periodo di riferimento va dal 2015 al 2019, tranne nei pochi paesi per i quali i dati sulla mortalità non si estendono fino al 2015 e potrebbero iniziare, ad esempio, nel 2017 e nel 2019. […] I dati di input sono una matrice in cui le righe rappresentano gli indici dei paesi e le colonne rappresentano la mortalità annuale totale del paese per tutte le cause per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 e 2022».

Conclusioni

Non esiste realmente uno studio vero e proprio a dimostrazione che 17 milioni di persone sarebbero morte a causa dei vaccini Covid. Esistono invece diversi tentativi da parte di una associazione canadese denominata Correlation Research in the Public Interest, i cui membri sono noti per precedenti bias No vax. I metodi correlativi utilizzati non tengono conto – anzi escludono a priori – i dati che confermano il collegamento tra la Covid-19, le relative varianti Covid e l’eccesso di morti. I ricercatori non sono nemmeno in grado di spiegare in maniera convincente come mai non abbiamo più le terapie intensive al collasso dopo l’avvento dei vaccini.

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