La famiglia dell’attore Alain Delon si rifiuta di sopprimere il cane con cui voleva essere sepolto
«Se dovessi morire prima di lui, chiederò al veterinario di portarci via insieme. Lo farà addormentare tra le mie braccia. Preferisco farlo piuttosto che sapere che si lascerà morire sulla mia tomba con tanta sofferenza». Così, in un’intervista del 2018 a Paris Match, Alain Delon esplicitava le sue ultime volontà sul suo cane, Loubo. Ora dopo qualche giorno dalla sua scomparsa, la famiglia ha deciso che l’animale non verrà soppresso. Fondamentali sono state le proteste degli animalisti che si erano opposti a quanto stabilito dall’attore francese nel suo testamento.
Le polemiche
La vita del malinois belga di 10 anni doveva terminare insieme a quella del suo padrone, nella sua tomba nel villaggio di Douchy, nella Loira. Ma gli animalisti, come riporta il Guardian, sin da subito si erano attivati per risparmiare al cane una tale fine. Avevano proposto di offrire loro una casa a Loubo. La fondazione Brigitte Bardot (creata dall’attrice e dedicata alla protezione degli animali) in giornata aveva annunciato che il cane sarebbe sopravvissuto per poi cancellare subito il suo post. Allora l’ente francese che promuove il benessere degli animali (SPA) era intervenuto con una nota critica: «La vita di un animale non dovrebbe dipendere da quella di un umano. La SPA è felice di prendere il suo cane e trovargli una famiglia». In Francia però non esiste una legge impedisca ai proprietari di sopprimere i loro animali, ma a decidere sono i singoli veterinari che possono seguire o meno le loro ultime volontà. Ma a spegnere le polemiche è stata la stessa fondazione Brigitte Bardot: «Ho appena parlato al telefono con Anouchka Delon, che mi ha detto che Loubo fa parte della famiglia e che sarà tenuto. Il cane non sarà abbattuto», ha dichiarato una portavoce dell’ente.
La cappella con i 35 cani di Delon
L’attore francese nel corso degli anni aveva anche creato una cappella per accogliere i resti di tutti i suoi amici a quattro zampe che l’avevano accompagnato in vita. Si trova nel terreno boscoso della sua casa, La Brûlerie, 85 miglia a sud-est di Parigi, che acquistò all’inizio degli anni Settanta. Qui sono conservati i resti di almeno 35 dei suoi cani. E per capire quanto Delon fosse legato al suo cane Loubo i tre figli l’hanno incluso nell’annuncio della sulla morte: «Alain-Fabien, Anouchka, Anthony, così come Loubo, sono profondamente rattristati nell’annunciare la scomparsa del loro padre». Un rapporto che Delon descriveva sin dall’intervista a Paris Match, quando la sua convivenza con Loubo era iniziata da appena 4 anni: «È il mio cane di fine vita… lo amo come un figlio. Ho avuto 50 cani nella mia vita, ma con questo ho un rapporto speciale. Gli manco quando non ci sono». E in un’intervista del 1996 l’attore francese, a una domanda su quale animale avrebbe scelto di reincarnarsi, rispose senza esitare: «Un malinois», la stessa razza di Loubo.
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