Tensione M5S, Conte replica a Grillo in vista della costituente: «Possiamo rifondarci». Il fondatore: «Simbolo, nome e regola dei due mandati non si toccano»
All’assemblea costituente «potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente: anche il simbolo, la denominazione, le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse. Perché non possiamo ammettere che quando a pronunciarsi sia la comunità degli iscritti, si debba decidere da parte di alcuni arbitrariamente e preventivamente di cosa si può discutere, su cosa si può deliberare». Lo dichiara il leader del M5s Giuseppe Conte, in un video sui social dopo la presa di posizione di Beppe Grillo sui «pilastri non negoziabili» del Movimento, ossia «il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato».
Cosa ha detto Beppe Grillo
Rompe il silenzio Beppe Grillo. Il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle ha pubblicato oggi, martedì 20 agosto, un post sul suo blog personale dove richiama l’attenzione di attivisti, portavoce e sostenitori del partito sui valori che l’hanno ispirato e contraddistinto finora. Un chiaro monito dopo il rifiuto dell’ex premier Giuseppe Conte alla proposta di confronto avanzata da Grillo in vista dell’assemblea costituente prevista per l’autunno. Tre i punti toccati dal garante, il simbolo, il nome e la regola del secondo mandato, sui quali Grillo alza il muro di cinta: «Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento». Saranno altrettanti nodi da sciogliere per il leader dei pentastellati.
«Mai mutare il proprio simbolo»
Che la lettera arrivi in un momento delicato per il Movimento, a un crocevia per la sua storia, è lo stesso Grillo a riconoscerlo: «Dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale». Nel percorso portato avanti dal Movimento, il garante ricorda i cambiamenti che sono stati fatti per la necessità di sopravvivere nella giungla politica. Ma, puntualizza, «ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato». Proprio il simbolo è ciò a cui Grillo non vuole rinunciare: «Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo». Perché, continua, «è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato». Quel cerchio con la “V” rossa e le 5 stelle, i temi cari, sono imprescindibili: «Non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi».
Un altro no: «Il nome rimane un richiamo alla nostra essenza»
Se il simbolo è intoccabile, altrettanto lo è il nome del partito: «Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani». Per Grillo rinunciare al nome significherebbe smarrire l’«identità» del Movimento, abbandonare «un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare».
«La politica non deve essere un mestiere»
Infine, un qualsiasi dibattito sulla revisione della regola del secondo mandato per Grillo va stroncato sul nascere. Ricorda il passato e la raccolta firme per delle proposte di legge che introducessero il tetto massimo di due legislature per i parlamentari. E spiega: «La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione […] Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno». Una rivendicazione ancora una volta della propria identità: «La regola del secondo mandato è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. E’ la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario». Un avvertimento quindi per Conte e l’assemblea costituente in cui, circolava, proprio questi capisaldi sarebbero stati messi in discussione. Ma per Grillo cambiarli vorrebbe dire: «Tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale». In chiusura, il garante invita i sostenitori dei pentastellati a riflettere: «Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi».
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