Dazi alle auto elettriche cinesi, l’Ue rivede le percentuali al ribasso. Maxi-sconto a Tesla sulle importazioni da Pechino

Secondo i tecnici di Bruxelles, l’azienda fondata da Elon Musk ha beneficiato di meno sussidi rispetto alle altre società coinvolte nell’indagine

Maxi-sconto a Tesla e piccole variazioni per le altre case automobilistiche. L’indagine della Commissione europea sulle auto elettriche importate dalla Cina prosegue. E a poco più di due mesi dall’annuncio di nuovi dazi, Bruxelles rivede alcune percentuali al ribasso. In una nota pubblicata sul proprio sito, l’esecutivo Ue ha reso note le nuove aliquote a cui saranno sottoposti i veicoli a batteria importati da Pechino: 17% per Byd (a giugno era il 17,4%), 19,3% per Geely (prima era 19,9%), 36,3% per Saic (prima era il 37,6%). Per le altre società che hanno collaborato all’indagine della Commissione europea il dazio aggiuntivo sale dal 20,8 al al 21,3%, mentre per quelle che si sono rifiutate di collaborare scende dal 37,6 al 36,3%. «Questo dimostra la trasparenza del procedimento e che la collaborazione delle aziende viene presa in considerazione», ha commentato un alto funzionario Ue dopo la pubblicazione delle nuove aliquote dei dazi compensativi.


L’indagine Ue

I dazi introdotti dall’Unione europea riguardano i veicoli elettrici a batterie importati dalla Cina e sono entrati in vigore lo scorso 4 luglio. Si tratta finora di una misura provvisoria, presa da Bruxelles nell’ambito dell’indagine avviata a ottobre 2023. Secondo l’esecutivo Ue, i produttori di Pechino traggono vantaggio da sovvenzioni ingiuste, che distorcono la concorrenza e creano un danno economico alle aziende europee. A ottobre, i 27 Paesi Ue saranno chiamati a votare per rendere definitivi i dazi annunciati nei mesi scorsi. In caso di via libera, le aliquote saranno applicate per cinque anni, ossia fino al 2029.


Il dazio «ad hoc» per Tesla

La novità principale tra quelle annunciate oggi da Bruxelles riguarda Tesla, la casa automobilistica fondata dal miliardario sudafricano naturalizzato statunitense Elon Musk. Per le automobili prodotte in Cina ed esportate nei Paesi Ue la Commissione europea ha deciso di applicare un dazio «ad hoc» del 9%. I tecnici dell’esecutivo Ue, si legge nella nota pubblicata oggi, hanno potuto prendere in esame il caso della compagnia americana e hanno concluso che il 9% è la quantità di sussidi che Tesla riceve da Pechino, meno rispetto alle altre aziende coinvolte nell’indagine. Lo “sconto” di Bruxelles a Elon Musk arriva dopo mesi di relazioni a dir poco tese tra il miliardario e i vertici Ue. Soltanto pochi giorni fa, in occasione della conversazione con Donald Trump su X, Musk ha insultato e mandato a quel paese il commissario europeo Thierry Breton, reo di averlo invitato a rispettare le regole Ue sul contrasto all’incitamento all’odio.

La replica di Pechino

In seguito alla nota pubblicata oggi dalla Commissione europea, la Camera di commercio cinese presso l’Ue (Ccceu) è tornata ad attaccare i vertici comunitari, esprimendo ancora una volta «forte insoddisfazione» e «ferma opposizione» per «l’approccio protezionistico» scelto da Bruxelles. L’introduzione di dazi sulle auto elettriche, si legge in una nota della Ccceu, «aggraverà le tensioni commerciali tra Cina e Ue, inviando un segnale profondamente negativo alla cooperazione globale e allo sviluppo verde». E poi ancora: «La competitività dei veicoli elettrici fabbricati in Cina non è guidata dai sussidi ma da fattori quali la scala industriale, i vantaggi globali della catena di fornitura e l’intensa concorrenza di mercato».

In copertina: Elon Musk all’inaugurazione della gigafactory di Tesla a Gruenheide, in Germania, 22 marzo 2022 (EPA/Christian Marquardt)

Leggi anche: