Travaglio inatteso: Meloni è «una tipa sveglia», ma si sente accerchiata perché «lei, come Conte, è vista come un’intrusa dalle élite più putride»

Il giornalista comprende la preoccupazione ma, aggiunge, «Conte aveva la sfortuna di avere Matteo Renzi in casa: lei ha la fortuna di averlo fuori. Perciò, più che all’esterno, dovrebbe guardare all’interno della sua maggioranza»

Nel suo commento del giorno sul Fatto quotidiano in cui irride «l’autocomplotto» estivo di Palazzo Chigi, in modo del tutto inatteso Marco Travaglio difende le sorelle Meloni. Sia Arianna, che anche avesse partecipato alla riunione sulle nomine nella sede del governo, non rischierebbe nulla con i giudici perché non pare che «il traffico d’influenze, appena svuotato da Nordio, possa essere affibbiato a una dirigente di partito che fa ciò che fanno tutti da sempre e non risulta che riceva in cambio soldi o altre utilità». Ma Travaglio prende le parti soprattutto della Meloni, che addirittura paragona a Giuseppe Conte, il leader politico indubbiamente più amato dal direttore del Fatto Quotidiano.


Giorgia come Giuseppe: c’è chi vuole scalzare gli outsider della politica

Secondo Travaglio infatti sarebbe incomprensibile la dichiarazione della Meloni sul possibile complotto mediatico-giudiziario per fare cadere il suo governo. E la sola spiegazione che si dà è che la premier «come molti inquilini di Palazzo Chigi, è in piena sindrome di accerchiamento». Cosa che il giornalista comprende perché «anche lei, come Conte, è vista come un’intrusa dalle élite più putride, use a scalzare gli outsider tramite qualche infiltrato. Ma Conte aveva la sfortuna di avere Matteo Renzi in casa: lei ha la fortuna di averlo fuori. Perciò, più che all’esterno, dovrebbe guardare all’interno della sua maggioranza».


La strategia dell’attenzione del direttore del Fatto quotidiano ha ragioni aziendali

Non è la prima volta che capita: raramente Travaglio in questi ultimi mesi ha affondato i colpi contro la premier, e mai l’ha fatto su vicende familiari o personali. Secondo il tam-tam romano la non ostilità del direttore del Fatto quotidiano oltre che da una certa stima personale per una leader politica quasi sempre restata all’opposizione, verrebbe da un corteggiamento serrato per invitarla alla festa annuale del Fatto quotidiano. Nella capitale si sussurra in un faccia a faccia fra i due durante una cena in un ristorante romano al riparo di occhi indiscreti, con la Meloni che non ha detto di no e tenuta aperta una porticina sulla sua partecipazione all’evento.

Ma con Matteo Renzi la partita resta sempre accesa e velenosa

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Se dunque Travaglio assolve le Meloni dal caso dell’estate, tiene però nel mirino Renzi, avvisando anche le due sorelle leader di Fratelli di Italia. Perché ipotizza un gran finale dell’autocomplotto dell’estate: «Renzi, che non sapeva più come farsi intervistare dai giornaloni per offrirsi al Pd, torna al centro della scena, tutto contento che qualcuno gli attribuisca qualcosa di serio e fintamente indignato per l’altrui familismo (senti chi parla) e complottismo (risenti chi parla). Vedi mai che il Pd boccalone lo creda davvero in grado di portargli in dote, in mancanza di voti, le teste delle due Meloni su un piatto d’argento».

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