Ponza, arrivano i domiciliari per il 34enne romano che violentò la sedicenne introducendosi in casa: a oltre un mese dallo stupro

Per il giovane scatta la misura del braccialetto elettronico dato il pericolo di «reiterazione di reato». La decisione però arriva dopo diverse settimane e il caso aveva già scatenato polemiche

Dopo oltre un mese di indagini è scattato l’arresto per M.L., il 34enne romano che lo scorso 7 luglio si introdusse nell’abitazione dei suoi vicini sull’isola di Ponza, per violentare la loro figlia sedicenne. I carabinieri avevano stretto subito il cerchio intorno al giovane, che era stato allontanato dall’isola con un foglio di via e denunciato a piede libero. Una misura però che scatenò non poche polemiche. Anche perché poche ore dopo la decisione il romano, come ricostruisce Ansa, pubblicò su Instagram un suo selfie in spiaggia, seguito da un’altra stories dove riprendeva due ragazze che ballavano in uno stabilimento balneare a Fiumicino, vicino Roma.


La violenza alla figlia dei vicini di casa

Al momento della violenza la minorenne si trovava sola in casa visto che i suoi genitori, entrambi lavoratori stagionali, erano impegnati in un ristorante. Era uscita probabilmente per buttare la spazzatura quando al suo ritorno si è trovata davanti l’uomo, anche lui nell’isola come cameriere (che non aveva però nemmeno superato il periodo di prova dato che aveva importunato nel locale dove era stato assunto alcune clienti). Dopo aver subito la violenza, la ragazza trovò la forza di rintracciare sua madre e raccontarle tutto. Era stata la donna a chiamare i carabinieri per denunciare lo stupro, con sua figlia che, nonostante non parlasse l’italiano, era comunque riuscita a ricostruire i terribili attimi. Il trentaquattrenne con già altri precedenti penali, è stato individuato subito. Viveva a poca distanza dalla casa della violenza con altri due inquilini, lavoratori. Nei suoi confronti era stato emesso un foglio di via dall’isola e la Procura di Cassino lo aveva denunciato per violenza sessuale aggravata. A piede libero, condivideva la sua vita sui social, suscitando indignazione.


La pratica del Csm e l’avvio dei domiciliari

Il Csm ha fatto partire una pratica su richiesta del consigliere Ernesto Carbone, che chiese un «chiarimento sul mancato intervento della magistratura di Cassino in ordine ai fatti di violenza sessuale su minorenne consumata sull’isola di Ponza». Oggi pomeriggio, oltre un mese dopo quella richiesta, è scattato il suo arresto per violenza sessuale e l’uomo è finito agli arresti domiciliari, con contestuale applicazione del braccialetto elettronico. Il gip del Tribunale di Cassino motiva l’arresto sottolineando «il pericolo concreto ed attuale che reiteri le condotte delittuose analoghe a quelle commesse nei confronti della giovane vittima».

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