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Scuole in crisi, il Tar congela le assunzioni di oltre 500 presidi: sindacati sul piede di guerra, ma il ministero frena. Ecco cosa sta succedendo

20 Agosto 2024 - 17:30 Ygnazia Cigna
giuseppe valditara ministro dell'istruzione
giuseppe valditara ministro dell'istruzione
Bloccate le nomine di 519 dirigenti scolastici: così si rischia il caos per l'inizio dell'anno scolastico

L’avvio dell’anno scolastico 2024-2025 si preannuncia tutt’altro che semplice. Dopo l’ondata di precariato tra i docenti e le polemiche suscitate dalla richiesta di posticipare l’avvio delle lezioni a causa delle temperature estive insopportabili, emerge ora un ulteriore ostacolo, questa volta legato all’assunzione dei nuovi dirigenti scolastici. Un recente provvedimento del Tar del Lazio ha bloccato l’imminente nomina di 519 vincitori di un concorso straordinario per presidi, creando una situazione di grande incertezza per le scuole italiane. Questa decisione, inaspettata e gravosa, rischia infatti di amplificare le difficoltà già esistenti, rendendo ancora più complicata la gestione delle istituzioni scolastiche.

Il concorso del 2017 e la nuova sentenza del Tar

Le attuali preoccupazioni affondano le loro radici nel concorso ordinario per dirigenti scolastici tenutosi nel 2017, che ha generato una lunga serie contenziosi legali, tra ricorsi e controricorsi. Per risolvere queste controversie, è stato organizzato un concorso straordinario riservato, con l’obiettivo di sanare le questioni irrisolte dal concorso precedente. Tuttavia, la situazione si è ulteriormente complicata in questi giorni a causa del nuovo intervento del Tar del Lazio, che ha sospeso, in via cautelare, l’assunzione dei vincitori di questo concorso riservato.

Il 9 agosto scorso, il Ministero dell’Istruzione e del Merito aveva pubblicato la graduatoria finale, con l’intento di assegnare i posti vacanti già dal 1° settembre. Ma la successiva decisione del Tar ha messo a repentaglio questa pianificazione, sollevando serie preoccupazioni sulla gestione delle scuole in vista della riapertura di settembre. A livello nazionale, sono 519 i presidi interessati dalla sospensione, e le scuole che dovrebbero essere assegnate a loro rischiano di trovarsi senza un dirigente a tempo pieno. I sindacati, preoccupati, avvertono che, se la situazione non dovesse trovare una soluzione rapida, il numero delle scuole affidate a un reggente potrebbe superare le 800 unità, un peso insostenibile rispetto agli standard normali.

Sindacati sul piede di guerra

Il sindacato dei presidi Udir ha sollevato profonde preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla gestione del concorso e ha chiesto un intervento urgente del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Parallelamente, l’Associazione Radamante ha intrapreso un’azione legale contro la sospensione delle nomine, nel tentativo di difendere la procedura concorsuale e garantire l’immediata assegnazione dei nuovi presidi. Nel frattempo, il sindacato Anief ha presentato un ricorso al Tar del Lazio, contestando la tabella adottata lo scorso 9 agosto, ritenendo inadeguata la valutazione dei titoli e la graduatoria finale. A loro avviso, la procedura concorsuale è stata compromessa da decreti e sospensioni che hanno alterato la corretta valutazione dei candidati.

L’attacco al governo: «Superficialità e pressappochismo»

Anche la Flc Cgil ha duramente criticato la gestione dell’intera vicenda, definendo il concorso straordinario un vero e proprio «macigno» che rischia di paralizzare le scuole italiane. Il sindacato accusa il Ministero di aver condotto la procedura «con superficialità e pressappochismo», e insiste sulla necessità di trovare una soluzione rapida ed efficace per scongiurare ulteriori disagi. «A dieci giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, in un momento cruciale in cui le scuole stanno ultimando la complessa macchina organizzativa, 519 istituzioni scolastiche rischiano di rimanere senza dirigente, con conseguenze potenzialmente paralizzanti», commentano i sindacati. La Flc Cgil denuncia una situazione «paradossale», sottolineando che il Ministero dell’Istruzione e del Merito «deve assumersi la piena responsabilità politica per non essere stato in grado di gestire con trasparenza ed equità una procedura tanto complessa quanto delicata».

La replica di Valditara e i prossimi passi

Arriva la replica del Ministero dell’Istruzione e del Merito che annuncia l’intenzione di impugnare la sospensione con l’obiettivo di procedere con le assunzioni. Da una parte, il ministro Valditara cerca di rassicurare i candidati del concorso ordinario, promettendo che i posti destinati ai vincitori del concorso riservato saranno reintegrati in futuro. Dall’altra, liquida con irritazione le preoccupazioni sollevate dai sindacati, sostenendo che «sulla vicenda si sta facendo troppo allarmismo e troppa strumentalizzazione politica. Siamo al lavoro nelle sedi opportune». Intanto, la data cruciale da tenere d’occhio è il 5 settembre, quando il Tar del Lazio si pronuncerà sul merito della questione, decidendo così il futuro delle assunzioni e il destino delle scuole coinvolte.

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