Ilaria Salis torna in carcere, ma come europarlamentare: «Terribile sovraffollamento a San Vittore, ho visto un regresso in Italia» – Il video

Il racconto dopo la visita a sorpresa a Milano e le proposte dell’europarlamentare

Ilaria Salis è tornata in carcere. Questa volta non da detenuta, bensì da europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra. Nella giornata di ieri, infatti, ha fatto una visita a sorpresa alla casa circondariale di San Vittore, a Milano, per incontrare i detenuti e le detenute e verificare le condizioni in cui sono costretti a vivere. «I problemi sono molti, troppi. L’emergenza è strutturale. Bisogna intervenire subito», premette Salis in un video condiviso sui social. Nel corso della visita, ha osservato da vicino le diverse sezioni del carcere – maschile, femminile, giovani adulti e infermeria – dialogando con i detenuti per dare importanza alle loro voci e farli sentire meno soli in una realtà spesso ignorata. Tra le criticità più evidenti, l’europarlamentare sottolinea il «terribile sovraffollamento».


I problemi in carcere e le condizioni dei detenuti

Nella sezione maschile, racconta, «si contano oltre mille detenuti a fronte di una capienza di soli 480 posti». Questo squilibrio crea una condizione insostenibile, aggravata ulteriormente dal fatto che l’organico del personale sanitario ed educativo è dimensionato sulla capienza ufficiale e non sul numero reale di detenuti. «Quando si dice che l’organico è al completo, potrebbe significare che è sufficiente per meno della metà dei detenuti», spiega Salis. Racconta poi di aver visitato celle minuscole, destinate a tre persone, dove risulta difficile persino muoversi tra le brande. A questo si aggiunge la «politica di chiusura delle celle», che a San Vittore sono aperte solo in pochissime sezioni. «La maggior parte dei detenuti trascorre la giornata chiusa in cella, con l’unica eccezione dell’ora d’aria».


Le proposte di Salis

Una situazione che, secondo quanto riferito dal personale carcerario, alimenta fenomeni di autolesionismo, ormai diffusi e quotidiani», prosegue. Un’altra grave problematica che Salis evidenzia è rappresentata dalle difficoltà dei detenuti nell’accesso alle cure sanitarie, spesso disponibili solo dopo lunghe attese. Le condizioni climatiche, poi, peggiorano ulteriormente la qualità della vita: d’estate fa estremamente caldo, mentre d’inverno le celle diventano fredde. Di fronte a questo quadro drammatico, Salis lancia un appello per interventi tempestivi. Tra le proposte avanzate, l’europarlamentare suggerisce di favorire l’accesso a misure alternative alla detenzione per tutti, compresi gli stranieri che non hanno una casa e che vengono di fatto trattenuti in carcere. Salis invoca anche la depenalizzazione dei reati minori, la limitazione delle misure cautelari e l’ampliamento delle condizioni di accesso alla libertà anticipata. «Questi interventi», conclude, «sono il punto di partenza per immaginare una società che vada oltre il carcere e che non abbia più bisogno del carcere».

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