Sharon Verzeni, lettera anonima sul luogo dell’omicidio: «Caino chi non parla e non dice la verità. Non siate complici»
«Caino è chiunque non parli, chiunque non dica la verità. Nessuno può riportarcela indietro ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. Non siate complici di questa brutalità». È un passo della lettera trovata in via Castegnate a Terno d’Isola (Bergamo), il luogo dove è stata accoltellata nella notte tra 29 e 30 luglio Sharon Verzeni. L’estetista 33enne originaria di Bottanuco è poi morta in ospedale. La missiva, scritta a mano su un foglio A4, è però anonima.
L’appello alla cittadinanza
Lo scritto suona come un appello alla cittadinanza che ha perso una sua componente. Una comunità che è chiamata a collaborare per risolvere il caso e trovare l’assassino: «Sharon è figlia di tutti, è una parte della nostra vita. Chi sa non volga le spalle, non si nasconda, ma abbia il coraggio di dare giustizia a una vita». La lettera era all’interno di una busta di plastica ed era affissa al muretto circondato dai fiori in ricordo della vittima. Il tono è molto accorato, come se lo scrivente conoscesse Sharon, ma ogni ipotesi sulla sua identità al momento è prematura: «Niente è come prima, nessun respiro, nessun attimo di vita. Il pensiero è fisso su Sharon e sulla parola perché? La vita è ferma a quella notte. La parola perché è la prima del mattino e l’ultima della giornata. Ogni giorno è così, ogni giorno è angoscia», si legge. Già ieri, martedì 20 agosto, la madre e il fratello del compagno di Verzeni, Sergio Ruocco, avevano lanciato un appello in diretta su Pomeriggio Cinque.
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