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Perché Sharon Verzeni è uscita così tardi e senza il fidanzato? «Quella notte è successo qualcosa»

sharon verzeni sergio ruocco
sharon verzeni sergio ruocco
L'iscrizione a Scientology era stata motivo di lite nella coppia. Un testimone reticente parla con gli inquirenti. Mentre il Dna...

Quella sera tra il 29 e il 30 luglio Sharon Verzeni è uscita più tardi del solito. È stata l’unica volta che lo ha fatto. Mentre la questione di Scientology non era mai stata affrontata in famiglia. Questo è il senso delle dichiarazioni di Bruno Verzeni e Maria Teresa, padre e madre della ragazza uccisa a Terno d’Isola in via Castegnate. I genitori della vittima sono stati ascoltati l’altroieri. Oggi verranno convocati altri familiari e amici. Per chiedere se la confessione religiosa sia stata motivo di lite tra lei e Sergio Ruocco, il fidanzato dall’alibi di ferro. E se in qualche modo questo si possa collegare al delitto. Anche se intanto spunta anche una vertenza sindacale che l’ha vista protagonista contro un centro estetico di Bergamo. Perché Sharon è uscita così tardi e senza il fidanzato? Quella notte è successo qualcosa? Una lite? Aveva qualche preoccupazione?

Scientology

La donna si era avvicinata a Scientology grazie ai datori di lavoro del suo bar. Il costo dell’iscrizione, scrive oggi La Stampa, aveva generato qualche screzio nella coppia. Anche se Christopher Verzeni, fratello della vittima, ha detto agli inquirenti che «è una storia di un anno fa». Il titolare del bar pasticceria Vanilla che si trova a Brembate non è ancora stato sentito dagli inquirenti perché sarebbe da tempo all’estero per lavoro. Sergio Ruocco non è indagato. Quella notte è stato trovato in casa e ha dato spontaneamente il suo smartphone agli inquirenti per le indagini. Anche l’arma del delitto non è stata trovata. I dieci sequestrati durante le perquisizioni sono incompatibili. Le telecamere non hanno inquadrato Ruocco uscire dalla porta principale quella notte. Se fosse uscito dal retro della villetta bifamiliare di via Merelli avrebbe dovuto scavalcare una siepe molto alta. E sarebbe rimasta traccia del suo passaggio.

Il testimone e il Dna mancante

Intanto c’è anche un testimone reticente. Si tratta di Antonio Laveneziana, 76 anni, pregiudicato pugliese secondo quanto scrive il Corriere della Sera. Abita a 150 metri dalla zona del delitto. Ha detto agli inquirenti che quella sera era in casa a dormire. Poi, di fronte a un filmato che lo ritraeva sul balcone, ha cambiato versione. «Ero sul balcone a fumare, ma io non ho visto nessuno, può darsi che non ci abbia fatto caso a una persona in bicicletta, qui passa tanta gente», ha detto agli inquirenti. Che sono però convinti che possa aver visto proprio l’assassino. E c’è anche chi pensa che il Dna dell’assassino non sia sul corpo di Sharon. Gli esiti dell’autopsia parlano di un’aggressione senza contatti se non quelli dell’arma del delitto. E quindi il prelievo degli abitanti potrebbe essere stato inutile.

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