Silvio Garattini: «Per vivere a lungo bisogna evitare il mercato delle medicine»

Il 95enne fondatore del Mario Negri: le malattie dipendono anche dallo stile di vita

«Bisogna raggiungere un equilibrio in cui sai che domani potresti non esserci, ma se ci sei devi fare qualcosa». E prendere medicine solo se se ne ha bisogno: «Ma non serve assumerle per propaganda». Perché bisogna «evitare il mercato della medicina». Silvio Garattini, 95 anni, è il fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, non si fa certo pregare a donare i consigli per vivere bene, che dispensa ogni volta nelle interviste. In questa, che rilascia all’edizione milanese del Corriere della Sera, spiega che «finora abbiamo orientato la medicina soprattutto verso le cure, le terapie che ovviamente hanno creato un grande mercato. E così ci siamo dimenticati una cosa fondamentale: non tutte le malattie piovono dal cielo, ma molte dipendono dai nostri stili di vita. In Italia, ad esempio, abbiamo 3,7 milioni di persone con il diabete, una patologia che tra l’altro ha complicazioni che riguardano la vista, il cuore, i reni. Ma è evitabile. Dobbiamo rimettere al primo posto la prevenzione».


L’informazione sulla salute

Garattini spiega che «l’informazione sulla salute deve essere indipendente, invece viene veicolata dal mercato. Non c’è un giurì attento a quello che dice pubblicità. L’ordine dei medici dovrebbe urlare per avere informazioni indipendenti». E spiega che un problema sono le sigarette: «In Italia abbiamo ancora 12 milioni di fumatori. Le sigarette non sono solo tra le cause del tumore al polmone, ma anche un fattore di rischio per 27 malattie, tra cui la cataratta e l’artrite reumatoide. Le ricadute però sono più ampie. Fumare tabacco significa usare terreno per coltivare veleno. E i 40 miliardi di sigarette fumate ogni anno generano emissioni di Pm 2.5. I mozziconi finiscono a terra, poi nell’acqua e infine nel cibo».


La ricetta

Mentre la ricetta per una vita sana prevede «in linea generale seguire la dieta mediterranea, che privilegia frutta, verdura, pesce e carboidrati complessi, consumare poca carne e pochi grassi. L’alimentazione deve essere varia e moderata. Io, ad esempio, non mangio a pranzo. Le calorie devono essere proporzionate a quello che si fa. E poi fare attività fisica, dormire almeno 7 ore, avere relazioni pubbliche. Al Mario Negri abbiamo condotto uno studio su 2 mila 80enni, seguiti per 15 anni. Ha avuto più rischi di problemi cognitivi chi ha mantenuto pochi rapporti sociali. Vanno coltivati anche dopo la pensione».

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