Il tossicologo: «I veleni più pericolosi? Li abbiamo in casa. Ecco quali sono»

Carlo Locatelli del Centro Antiveleni di Pavia spiega: la maggior parte sono sotto il lavandino e nell’armadietto delle medicine

Carlo Locatelli, 68 anni, da 32 dirige il Centro Antiveleni all’ospedale Irccs Maugeri di Pavia. Il tossicologo che gestisce la Scorta Nazionale Antidoti spiega che il veleno più pericoloso è «il botulino, il più potente che esista. È una tossina resistente e bastano dosi minime per avvelenare molte persone. Nella prevenzione del terrorismo è uno dei veleni contro i quali ci prepariamo di più. Abbiamo distribuito antidoto in quantità in tutto il paese, ma i 50 casi all’anno che registriamo nascono da conserve fatte in casa e mantenute male. Tre anni fa in Sicilia cento intossicazioni ci fecero temere un attentato, ma era una partita di tonno contaminata».


I metalli

Poi c’è il tallio, spesso protagonista dei gialli di Agatha Christie: «I metalli sono fra i veleni più insidiosi. Un ragazzo usò proprio il tallio per avvelenare la famiglia a Desio. Era il 2017 e la diagnosi per la nonna venne fatta qui da noi a Pavia». Ma spiega che «la maggior parte dei veleni sono sotto al lavandino o nell’armadietto delle medicine. Delle 200 richieste al giorno che riceviamo a Pavia, pazienti trattati direttamente o consulenze in tutta Italia, la metà riguarda farmaci usati male o assunti in eccesso in modo volontario. Bugiardini difficili da leggere o preparazioni con le siringhe complicate da maneggiare sono tra i problemi principali. Il 20% dei casi riguarda detersivi».


Ma ci sono anche i comportamenti pericolosi dei consumatori: «C’è chi rompe il flacone e versa il prodotto in una bottiglia, messa in frigo accanto alla minerale. Tra 5 e 10% abbiamo nuove droghe, piante raccolte senza conoscerne l’identità e alimenti, con i funghi in autunno a farla da padroni. D’inverno c’è il monossido di carbonio di camini e stufette. Non mancano poi le pile a bottone inghiottite dai bambini. Il 45% dei casi riguarda proprio l’età pediatrica. Ricordo un nonno che andò in farmacia a comprare un integratore contro le coliche per la nipotina e per sbaglio ricevette della colchicina, un farmaco non certo per uso pediatrico. La bimba ha avuto un’intossicazione grave».

La disattenzione

Secondo il tossicologo la disattenzione è il veleno più insidioso: «Vediamo spesso incidenti alla “ma come ti è venuto in mente di farlo”. Poi però ricordo mia figlia. Con mia moglie, tossicologa anche lei, all’arrivo delle bambine mettemmo in sicurezza la casa in modo ossessivo. Non bastò a evitare che lei inghiottisse un centesimo. Per fortuna nulla di grave». E poi «ci sono sempre veleni nuovi. Pensiamo a farmaci e droghe introdotti di continuo. I nuovi oppioidi sono in aumento anche in Italia, reperibili sul web in decine di versioni. Non per tutte esistono test di pronto soccorso. Quando arriva un paziente in urgenza si fa una diagnosi e si iniziano subito i trattamenti. Allo stesso tempo scattiamo con le analisi per capire di quale sostanza si tratti e segnalarla al Dipartimento Politiche Antidroga. L’adrenalina non ci manca».

Il cambiamento climatico

E ci sono anche quelli portati dal cambiamento climatico: «Si diffondono nuove piante, insetti, pesci. Attorno al Duemila abbiamo visto a Pavia i primi casi di ciguatera, un’alga tossica arrivata nei nostri mari. I pesci piccoli la mangiano e la accumulano nel corpo. I pesci grandi mangiano i pesci piccoli e una volta nel piatto possono intossicare anche l’uomo. Ma niente ansia, i controlli sull’igiene dei cibi sono rigorosi». E i kit del suicidio: «Contengono salnitro, una sostanza venduta sul web senza difficoltà. Continuiamo a vedere casi, soprattutto tra i giovani, e abbiamo ottenuto che tutti i mezzi di soccorso abbiano a bordo l’antidoto, il blu di metilene salnitro.

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