Fondi per gli alunni disabili? «Solo nei limiti del bilancio». L’ira della ministra sul Consiglio di Stato: «Riveda quella sentenza»

Un caso la sentenza con cui anche in terzo grado è stato rigettato l’appello dei genitori di uno studente con disabilità

Sta suscitando un vespaio di polemiche e preoccupazioni la recente sentenza del Consiglio di Stato secondo cui l’assistenza agli alunni con disabilità deve essere garantita solo entro i limiti delle risorse disponibili nel bilancio degli enti locali. Ora interviene anche la ministra per le disabilità, Alessandra Locatelli, che prende fermamente le distanze dalla decisione, definendola «ingiusta». La ministra auspica che il Consiglio di Stato possa rivedere la questione in una futura adunanza plenaria, sottolineando che si tratta di una sentenza isolata. «Mi auguro che il Consiglio di Stato garantisca a tutti gli alunni gli stessi diritti di partecipazione e di crescita, non solo scolastica, ma anche sociale, civile e culturale», dichiara la ministra, ribadendo l’importanza di garantire l’inclusione. «La priorità deve essere quella di tutelare i diritti, valorizzare le competenze e i talenti di ogni persona, a partire dalla scuola e con tutti i necessari sostegni», chiosa.


La vicenda

La sentenza n. 1798/2024 del Consiglio di Stato ha generato un dibattito significativo riguardo al diritto all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. La questione principale ruota attorno alla decisione di un Comune di ridurre le ore di assistenza scolastica assegnate a uno studente per l’anno scolastico 2022/2023, in contrasto con quanto previsto nel Piano Educativo Individualizzato (Pei) e richiesto dalla scuola. I genitori dello studente, ritenendo che il Pei avesse natura vincolante e che il diritto all’inclusione dovesse prevalere sulle limitazioni di bilancio, hanno contestato la decisione del Comune prima al Tar, che ha respinto l’appello, e successivamente al Consiglio di Stato.


La sentenza del Consiglio di Stato

Tuttavia, anche quest’ultimo ente ha rigettato la richiesta della famiglia sulla base di un’analisi approfondita del quadro normativo nazionale e internazionale. In particolare, il Consiglio ha stabilito che il Pei, pur essendo un documento fondamentale, ha valore di proposta e non di vincolo per quanto riguarda le ore di assistenza scolastica. Il legislatore ha attribuito agli enti locali la competenza di assegnare le risorse per l’assistenza «nei limiti delle risorse disponibili», come previsto dall’art. 3, co. 5, del d.lgs. 66/2017.

Le motivazioni

Inoltre, il Consiglio di Stato ha richiamato il concetto di «accomodamento ragionevole», sancito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, sottolineando che, pur essendo il diritto all’inclusione scolastica fondamentale, esso non è assoluto. Gli Stati, infatti, non sono tenuti a sostenere oneri sproporzionati o eccessivi per garantirlo. Nel caso specifico, la sentenza ha concluso che la riduzione delle ore di assistenza non ha compromesso il percorso educativo dello studente, come risulta dalla verifica finale del Pei. Pur riconoscendo l’importanza del diritto all’inclusione scolastica, i giudici ribadiscono la necessità di bilanciare tale diritto con i limiti di bilancio degli enti locali, suscitando però non poche preoccupazioni tra le organizzazioni che sostengono i diritti delle persone con disabilità.

La rabbia delle associazioni

La decisione del Consiglio di Stato ha scatenato un’ondata di preoccupazione tra le associazioni per i diritti dei disabili. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) ha denunciato la sentenza come un «duro colpo per i diritti degli studenti con disabilità», avvertendo che potrebbe compromettere i diritti costituzionalmente garantiti e rappresentare un grave passo indietro nella tutela delle persone più vulnerabili. Vincenzo Falabella, presidente della Fish, ha criticato duramente la decisione, mettendo in luce le discrepanze rispetto alla giurisprudenza consolidata e chiedendo una revisione urgente della sentenza. E ha esortato a convocare un’adunanza generale del Consiglio di Stato per adottare un orientamento coerente e rispettoso dei diritti degli studenti con disabilità, evitando interpretazioni riduttive o condizionamenti economici.

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