Ritirato il trailer di Megalopolis, nuovo film di Francis Ford Coppola. Lionsgate: «Abbiamo fatto un casino»
«Abbiamo fatto un casino», la Lionsgate ha ritirato il trailer di Megalopolis, il film epico di Francis Ford Coppola, presentato al Festival di Cannes e al cinema dal prossimo 27 settembre. L’idea era quella di convincere il pubblico ad affollare le sale ricordando che qualche volta la grandezza dei film del regista da sei premi Oscar (15 le candidature) sono stati capiti con un pò di ritardo e non sempre la critica è stata accomodante. Per questo nel teaser distribuito, le immagini del suo nuovo lavoro si alternavano a citazioni in cui capolavori di Coppola, da Il Padrino ad Apocalypse Now, venivano smontati da alcune firme note della critica cinematografica americana. In realtà, mettere in piazza questa sorta di vittimismo, non si è rivelata l’idea dell’anno, infatti nel giro di poche ore, potenza di fuoco di internet, quegli stessi critici sono insorti perché non avevano mai scritto nulla del genere sui film di Coppola.
Per esempio, Owen Gleiberman, il critico della nota rivista specializzata Variety, non avrebbe mai scritto che Dracula di Bram Stoker, uno dei capolavori della filmografia del regista di origini italiane, era un «Bellissimo casino». «Vorrei averlo detto!» scrive oggi, ma non allora, quando, ricorda, i film di Coppola, al contrario, sono sempre stati ampiamente appoggiati dalla critica. E ancora: Pauline Kael del New Yorker non avrebbe mai scritto, a proposito de Il Padrino, che «sminuiva l’arte cinematografica». Sulla stessa pellicola Andrew Sarris del Village Voice non ne scrisse con toni entusiastici, ma mai nemmeno che si trattasse di «un film sciatto e autoindulgente». Al critico del Daily News Rex Reed invece è stato attribuito un commento sferzante su Apocalypse Now («un epico pezzo di spazzatura»), ma nemmeno questo pensiero è stato mai pubblicato. «Abbiamo immediatamente ritirato il trailer e ci scusiamo con i critici e con Coppola per questo errore imperdonabile» hanno dichiarato dalla Lionsgate. Parte dunque molto male quest’ultima avventura cinematografica del regista 85enne di Detroit, che per realizzare Megalopolis, progetto che aveva in mente da tanto tempo, si è ritrovato costretto anche a vendere la propria azienda vinicola.
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