Venezuela, la Corte suprema ratifica la vittoria di Maduro alle elezioni presidenziali: «Piena coincidenza con i verbali dello scrutinio»

Ma l’istituzione è controllata dal governo chavista. La consultazione il 28 luglio, l’opposizione insorge: «La sentenza è nulla»

Alla fine Nicolás Maduro ha vinto le elezioni presidenziali in Venezuela, tenute il 28 luglio. O almeno a sancire il suo trionfo è la sentenza della Corte Suprema del Paese sudamericano (Tsj) che è controllata dal governo chavista. «La perizia ha determinato una piena coincidenza con i verbali dello scrutinio», scrivono i giudici ratificando così il nuovo mandato per Maduro che è al comando del Venezuela dal 2013. Il passaggio alla Corte si era reso necessario dopo le contestazioni sollevate dalle opposizioni guidate dal candidato presidente l’ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia e dalla leader Maria Corina Machado. Non era bastata infatti la proclamazione del Consiglio nazionale elettorale, mancava infatti la pubblicazione dei dati ufficiali. In seguito alle proteste era stata indagata proprio Machado per frode elettorale, mentre alcuni Paesi occidentali (tra cui l’Italia) chiedevano più trasparenza nel processo elettorale e dal Venezuela arrivavano notizie di morti e soprusi tra i cittadini ribelli. Per l’opposizione venezuelana però la sentenza della Corte suprema «è nulla». «La sovranità risiede in modo intrasferibile nel popolo e gli organi dello Stato emanano dalla volontà popolare e a questa sono sottomessi», ha affermato il candidato dell’opposizione in Venezuela, Edmundo Gonzalez.


Almeno 27 morti nelle proteste anti-Maduro

Nella giornata di oggi, giovedì 22 agosto, il procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, ha confermato la morte di 27 persone in episodi di violenza legati alle proteste esplose dopo le contestate elezioni. Saab ma ha tuttavia precisato che «nessuna vittima è attribuibile alle forze di sicurezza venezuelane», al contrario di quanto denunciato da numerose Ong e dalla comunità internazionale. «Il 70% delle vittime sono state assassinate da delinquenti», ha precisato il procuratore nel corso di un incontro con il corpo diplomatico, affermando di avere a disposizione oltre 180 video che proverebbero «le azioni violente perpetrate contro civili e istituzioni dello Stato, tra cui il Consiglio nazionale elettorale (Cne)». Saab ha poi (nuovamente) affermato che il Venezuela sta vivendo una «guerra ibrida che include tentativi di colpi di stato, embrioni di guerra civile, intensificazione delle sanzioni internazionali per produrre esodi di massa di persone».


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