Barbara Bouchet e le molestie: «Certo che le ho subite, ma non vado a tirarle fuori 20 anni dopo»

L’attrice compie 80 anni e si racconta

Barbara Bouchet ha compiuto 80 anni. Ed è in attesa di festeggiarli a settembre a Milano, dove si trova il ristorante del figlio Alessandro. In un’intervista a La Stampa parla oggi della sua vita e della sua carriera. A partire dal marito con cui è rimasta fino alla fine: «Aveva qualcosa per me importantissimo: la capacità di farmi ridere. In 32 anni non mi sono annoiata mai». Poi un aneddoto sulla sua carriera: «Nel 1964, durante le riprese di I due seduttori a un certo punto mi lamentai: “Chi è che ha questo profumo nauseabondo?”. “Io”, rispose un ragazzo, tutto imbarazzato. Solo più tardi scoprii che era Marlon Brando».


La proposta di matrimonio

Racconta perché non ha accettato la proposta di matrimonio di Omar Sharif: «Era pieno di fisime. Nella nostra casa a Parigi non voleva né quadri né mensole, mentre io sono cresciuta in una casa con le pareti affollate di qualsiasi cosa. Gli ho risposto: “Vuoi davvero che viviamo in un ospedale?”. E poi era sempre via, io sola con sua figlia e lui a folleggiare al casinò. Non avrebbe funzionato». E una volta ha ammanettato Warren Beatty: «Eravamo a una festa e l’avevo puntato per quant’era bello. Presi un paio di manette sul davanzale del salone, lo raggiunsi, gliele chiusi ai polsi e gli dissi: “Sei mio”. Passai la serata a portarmelo in giro così, come un trofeo». E sulle molestie come quelle denunciate dal #metoo: «Ma certo che le ho subite! Mica però le vado a tirare fuori vent’anni dopo».


Le scene di nudo

Spiega anche perché non ha mai sofferto le scene di nudo: «In famiglia eravamo sei figli, vivevamo tutti in un’unica stanza e non avevamo il bagno. Questo ci ha resi liberi e aperti, il pudore nemmeno sapevamo cosa fosse». Infine, il suo ricordo di Quentin Tarantino, che nel 2004 l’ha invitata al Festival di Venezia: «Mi aveva voluta fortemente. Disse al direttore Marco Müller che se non fossi venuta non sarebbe andato nemmeno lui. Quando arrivai al Lido mi trovai davanti un plotone di flash e le riverenze di gente che una volta manco mi avrebbe salutata. Di botto tutti mi trattavano come Liz Taylor. Durante la proiezione Quentin continuava a fissare me, anziché lo schermo. Continuava a borbottare: “Non ci posso credere!”».

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