Caos assunzioni a scuola: chi sono i 30 mila idonei del concorso 2020 che rischiano di restare (ancora) senza cattedra. Scatta la mobilitazione
C’è crescente agitazione tra gli insegnanti, che si preparano a scendere in piazza mentre si avvicina l’inizio dell’anno scolastico a settembre. Il motivo di questo fermento è la decisione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di limitare le nuove assunzioni a 45 mila unità, nonostante siano disponibili oltre 64 mila posti vacanti nelle scuole italiane. Questa scelta ha generato profondo disagio, soprattutto tra coloro che, pur avendo superato con successo i concorsi, rischiano di rimanere ancora una volta intrappolati nella precarietà. Particolarmente colpiti sono i 30 mila docenti che hanno svolto il concorso bandito nel 2020, nel pieno della pandemia da Covid-19. Questo concorso era stato inizialmente rinviato a causa dell’emergenza sanitaria e solo nel gennaio 2022 è stato sbloccato, con una semplificazione delle prove previste: da due scritti e un orale, si è passati a un solo scritto e un orale.
Le priorità (mancate) in graduatoria
Inizialmente, solo i candidati che rientravano nei posti messi a concorso avevano diritto all’assunzione. Successivamente, le graduatorie sono state estese anche agli idonei, ma con dei limiti. E il problema principale è che, nonostante la loro idoneità, molti di questi docenti non sono stati assunti, poiché le priorità di assunzione sono state date ai vincitori dei concorsi più recenti, come quelli legati al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), relegando così in secondo piano gli idonei del concorso 2020. Nonostante la disponibilità per numerosi posti vacanti, il ministero ha infatti intenzione di bandire nuovi concorsi già dal prossimo autunno, giustificandoli con le necessità del Pnrr.
Proteste in arrivo
La decisione di indire nuovi concorsi ha ulteriormente esacerbato la situazione. Molti insegnanti la percepiscono come un’ulteriore penalizzazione, poiché i posti vacanti vengono riservati per futuri concorsi, lasciando di fatto in attesa chi ha già dimostrato la propria idoneità. Di fronte a questa situazione, i docenti idonei del concorso 2020 hanno deciso di reagire, organizzando manifestazioni in decine di città per il prossimo 30 agosto. Nonostante il ministro Valditara abbia promesso un parziale scorrimento delle graduatorie entro dicembre 2024, con «l’assunzione di almeno 5mila idonei del concorso 2020», molti docenti rimangono scettici, ritenendo questo numero insufficiente rispetto alle reali esigenze e alle loro aspettative. Anche se ci sarà un certo scorrimento delle graduatorie, questo avverrà lentamente e non garantirà l’assunzione di tutti gli idonei.
Gli invisibili
La questione si protrae da tempo, tanto che i docenti si sono organizzati nel movimento “Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili”, che in queste settimane ha espresso «profonda delusione e rabbia» per la situazione. In un comunicato, sottolineano come il contingente di 45.124 posti autorizzato per le immissioni in ruolo rappresenti solo una parte delle cattedre realmente disponibili. «Molti dei nostri legittimi sogni», scrivono, «sono sfumati in pochissimo tempo, e chiediamo una presa di posizione netta e forte contro il Ministero e i rappresentanti politici coinvolti».
La prima speranza in quei 5mila idonei che entreranno in graduatoria
Il ministro Valditara è stato ripetutamente sollecitato sulla questione. E dopo aver incontrato le organizzazioni sindacali, ha confermato l’impegno del governo per uno scorrimento delle graduatorie a favore degli idonei 2020. «Non riteniamo questa situazione adeguata alle nostre richieste e aspettative, conosciamo bene i sacrifici che abbiamo fatto per sostenere il concorso, cosa significhi stamparsi nella testa “ancora precariato” e che doversi convincere di attendere ancora non è né umano, né giustificabile in alcun modo», denunciano dal movimento idonei 2020. Tuttavia, manifestano anche una certa fiducia per i 5 mila idonei del concorso 2020 che scorreranno in graduatoria. «Restiamo in attesa che a breve si manifestino i segnali di questo scorrimento annunciato, certo non corposo come ci aspettavamo, assai risicato, ma pur sempre uno scorrimento», concludono.
La rabbia dei sindacati
Meno fiducia si percepisce tra i sindacati, che sono sul piede di guerra da mesi e chiedono interventi più incisivi. In una nota, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sottolinea che «le richieste degli idonei del concorso del 2020, come pure degli altri idonei risultati tali a seguito di altre procedure, sono sacrosante e vanno rispettate. Serve per loro una soluzione immediata, che prevenga possibili arretramenti nella scelta di coloro che hanno diritti ad essere convocati per l’immissione in ruolo». Dalla Flc Cgil hanno ripetutamente denunciato «il danno che i provvedimenti ministeriali stanno procurando ai docenti in attesa di assunzione, in particolare agli idonei dei concorsi 2020» e hanno annunciato che intendono intraprendere ulteriori azioni per ottenere un piano di reclutamento che soddisfi le aspettative dei docenti in attesa di assunzione, compresi quelli che hanno partecipato con esito positivo al concorso Pnrr 2023. Il sindacato sta cercando di avviare un confronto con tutte le forze parlamentari e con la Commissione Europea per affrontare la questione e trovare soluzioni che possano garantire stabilità al sistema scolastico italiano.
L’appello della Flc Cgil a Valditara: «Assuma su tutti i posti disponibili quest’anno»
«Gli idonei 2020, e coloro che hanno superato con successo le selezioni di regolari concorsi, sono docenti che hanno già visto accertata la loro preparazione e possiedono tutti i requisiti per essere messi in ruolo. Le scellerate politiche del governo in materia di reclutamento ledono il diritto di questi insegnanti a un lavoro stabile e negano al sistema scolastico statale la possibilità di avvalersi di professionalità selezionate secondo criteri di qualità e competenza», denuncia a Open la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi. Che fa appello al ministero affinché «assuma su tutti i posti disponibili quest’anno e non lasci indietro queste lavoratrici e lavoratori».
Il Pd: «Governo sordo»
Sulla questione interviene oggi anche il Partito Democratico. «Durante l’esame del decreto Pnrr del marzo scorso, avevamo ribadito la necessità di utilizzare per le assunzioni anche le graduatorie del 2020, insieme a quelle dei vincitori dei concorsi Pnrr. ll governo è stato completamente sordo a ogni sollecitazione per cui gli idonei 2020 rischiano di fatto di trovarsi in situazione che può escluderne la possibilità di assunzione in ruolo a breve», dichiara Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd. Intanto, mentre il Ministero dell’Istruzione si prepara a bandire nuovi concorsi, i docenti che hanno superato il concorso del 2020 continuano a lottare per vedere riconosciuto il loro diritto all’assunzione, portando avanti una battaglia che è ormai diventata simbolo di una più ampia questione di precarietà nel sistema scolastico italiano.
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