Il tentativo di fuga, la prua inabissata, l’acqua nelle cabine: così è affondato il Bayesian. Pronti gli avvisi di garanzia per disastro e omicidio colposi

Recuperati tutti i dispersi la procura ha disposto l’autopsia: secondo Adnkronos arriveranno a breve le prime iscrizioni nel registro degli indagati

Sono state dichiarate chiuse dalla Guardia Costiera di Palermo le operazioni Sar con l’individuazione e il recupero del corpo dell’ultimo disperso (la 18enne Hannah Lynch, figlia del tycoon britannico Mike) nel naufragio del veliero Bayesian avvenuto all’alba di lunedì 19 agosto al largo di Porticello, in provincia di Palermo. Il bilancio finale della tragedia è quindi di 15 superstiti tratti in salvo e 7 vittime accertate, ovvero Mike Lynch e sua figlia Hanna, Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International e sua moglie Anne Elizabeth, l’avvocato Chris Morvillo e sua moglie Nada e lo chef di bordo Recaldo Thomas. A parte il corpo di quest’ultimo, trovato fuori dallo scafo, gli altri sei cadaveri sono stati rinvenuti fuori dalle cabine, in una zona del veliero che si è allagata per ultima poco prima di inabissarsi. Segno, questo – spiegano gli esperti – del disperato tentativo delle vittime di cercare una via di fuga in quei 16 cruciali minuti prima dell’affondamento. Il particolare emerge dalle posizioni e dai luoghi in cui sono stati ritrovati i cadaveri dai sub: erano in zone dello yacht e in cabine diverse da quelle indicate dai superstiti nelle testimonianze raccolte dalla capitaneria di porto e dai vigili del fuoco che, piantina dello scafo alla mano, si sono fatti segnalare dai superstiti le cabine occupate dai compagni di viaggio.


Le autopsie e gli avvisi di garanzia

Nel frattempo, la procura di Termini Imerese (Palermo), recuperato l’ultimo cadavere, ha disposto l’autopsia sui sette corpi. Anche gli incarichi per eseguire l’esame irripetibile verranno conferiti a breve, e saranno eseguiti dai medici dell’istituto legale del Policlinico di Palermo. La procura ha aperto il fascicolò con le ipotesi di reato di naufragio, disastro, lesioni e omicidio colposi, pur al momento contro ignoti. Secondo quanto anticipato dall’agenzia Adnkronos, tuttavia, non appena verranno assegnati gli incarichi ai professionisti per le autopsie e gli altri esami irripetibili potrebbero partire i primi avvisi di garanzia, anche per consentire agli indagati di nominare i propri legali e i consulenti che prenderanno parte agli esami autoptici. Non si esclude che ad essere iscritto nel registro degli indagati possa essere tra gli altri il comandante del veliero, il neozelandese James Cutfield.


Il recupero del superyacht

Chiuse le operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi – per cui si sono rese necessarie 123 immersioni, per un totale di 4.370 minuti – si apre ora la fase del recupero del veliero Bayesian. L’operazione richiederà diverse settimane, molto probabilmente mesi. Secondo il codice della navigazione, infatti, in caso di naufragio o incidente in mare l’obbligo di rimuovere ogni possibile rischio per l’ambiente – e dunque riportare a galla l’imbarcazione – spetta al proprietario. E il superyatch, stando alle ultime informazioni, riportate anche dai media britannici, risulta di proprietà della società “Revtom Ltd” – registrata sull’isola di Man e il cui amministratore è Angela Bacares, la moglie del tycoon Mike Lynch salvatasi dal naufragio – mentre la gestione è affidata al broker “Camper e Nicholsons”, ovvero la società che in questi giorni ha gestito tutti gli aspetti logistici. La Capitaneria di porto di Palermo ha già diffidato la società armatrice affinché metta in campo ogni possibile azione per rimuovere ogni rischio per l’ambiente marino. Stando a quanto riporta l’Ansa, i progetti per il recupero sarebbero già stati avviati. Nulla accadrà, però, senza l’autorizzazione delle autorità italiane, in primis la procura di Termini Imerese e l’autorità marittima di Palermo.

L’inchiesta

Ma non solo: essendoci un’inchiesta penale in corso, tutti i passaggi dovranno essere sottoposti all’autorità giudiziaria. Al vaglio dei pm ci sono anche i video e le fotografie scattate la notte della tempesta da alcuni residenti, ma anche dalle telecamere di sorveglianza, in particolare di un cantiere nautico. I magistrati hanno già sentito, col supporto della polizia giudiziaria della Capitaneria di porto, i 15 sopravvissuti al naufragio – tutti ospiti all’Hotel Domina di Santa Flavia (Palermo) – e il comandante del veliero. Interrogato come persona informata dei fatti per oltre due ore, il comandante avrebbe riferito agli inquirenti di non essersi accorto dell’arrivo della tempesta, null’altro è trapelato. Fino a questo momento, però, dicono fonti qualificate all’AdnKronos, nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati. Ma la situazione potrebbe cambiare a breve, quando potrebbero scattare i primi avvisi di garanzia.

Cosa non torna nel naufragio

Resta da capire come sia stato possibile che un’imbarcazione di 56 metri, dotata di tutte le più sofisticate tecnologie e di apparecchi radar, sia potuta colare a picco in pochi minuti come dimostrano i tanti video acquisiti dagli inquirenti. Un altro elemento che emerge – scrive l’Adnkronos – è che l’imbarcazione sarebbe affondata di prua. Poi, lentamente si è ribaltata sul fianco destro. In attesa, inoltre, delle operazioni di recupero del Bayesian per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera, l’attenzione degli investigatori ed inquirenti si concentra sulle cause del naufragio. E si fa strada l’ipotesi di una serie di errori umani alla base dell’incidente. La deriva mobile, parzialmente alzata, potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, insieme ad alcuni portelloni aperti che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero. E ancora i motori spenti e il mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno. 

L’ultima estate sullo yacht

Dalla Gran Bretagna è arrivata poi nelle scorse ore anche un’altra indiscrezione: secondo il sito del Daily Telegraph, che cita fondi del settore nautico, Mike Lynch a marzo di quest’anno avrebbe messo in vendita il veliero, ma avrebbe cambiato idea due mesi dopo, quando a giugno è stato assolto negli Usa nel processo penale dove era imputato per frode sull’acquisizione della sua multinazionale informatica Autonomy da parte del colosso americano Hp. Il magnate quindi avrebbe deciso di trascorrere l’estate a bordo dello yacht con la sua famiglia e gli amici.

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