Dopo i neonazisti, i comunisti pro Palestina pubblicano una “lista dei sionisti italiani” sostenendo Chef Rubio
Nel 2011 divenne particolarmente noto in Italia un forum fondato nel 1995 da Don Black, ex leader del Ku Klux Klan. Parliamo del forum neonazista e antisemita americano Stormfront dove, nella sezione italiana, venne pubblicata una “Lista degli ebrei influenti italiani” contenente nomi e cognomi di giornalisti, imprenditori e altri personaggi noti in quanto ritenuti di origini ebraiche. Oggi, la storia si ripete, ma dall’estrema destra si passa all’estrema sinistra pro-palestinese. Nella giornata di ieri, 22 agosto 2024, sul sito del “Nuovo Partito Comunista Italiano” viene pubblicato un comunicato ufficiale a sostegno di “Chef” Rubio, recentemente al centro di polemiche per un contestatissimo intervento contro i giornalisti italiani. Il comunicato, intitolato “Sviluppare la denuncia e la lotta contro organismi e agenti sionisti in Italia”, riporta una lista molto simile a quella di Stormfront, elencando una lunga serie di personaggi, e non solo, sui quali si dovrebbe concentrare la “lotta” degli attivisti.
Le 7 liste dei presunti sionisti italiani
All’interno del comunicato del “Nuovo PCI” vengono elencate 7 liste, corrispondenti alle tipologie di soggetti. Le prime cinque riportano i nomi delle «società israeliane» attive in Italia e coloro ad essere collegate. La sesta riporta i «sionisti esponenti di partiti politici» o «rappresentanti di fondazioni ed enti pubblici o associazioni», dove troviamo Claudio Lotito, Gabriele Albertini e Paola Sansolini di Forza Italia, Ilaria Borletti Buitoni e Sara Funaro del Partito Democratico, Marco Taradash, Ester Mieli di Fratelli d’Italia, Riccardo Pacifici, Luigi Mattiolo e Giancarlo Elia Valori.
La settima lista dei presunti sionisti italiani, la più lunga, riporta nomi e cognomi dei cosiddetti «sionisti presenti nel sistema mass-mediatico e culturale italiano» ritenuti «particolarmente attivi nel sostegno alle iniziative dello Stato sionista d’Israele o suoi promotori in Italia». Il primo dei nominati è Carlo De Benedetti, seguito da Claudio Cerasa, Alessandro Sallusti, Nicola Porro, Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri, Daniele Capezzone, Mario Sechi e molti altri. Nell’elenco compare il nome del nostro editore Enrico Mentana e dell’autore di questo articolo.
La “lotta” contro i media e i giornalisti
Secondo il “Nuovo PCI”, «la lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia» non mira soltanto a «sostenere la resistenza del popolo palestinese», ma anche a «liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri, in particolare dal protettorato USA-NATO». Per raggiungere questo obiettivo, il “Nuovo PCI” invita i comunisti, «tutti i sodali per la causa palestinese» e «tutte le persone indignate per i crimini dello Stato sionista di Israele» a colpire i media ritenuti sionisti, proponendo di rendere «le sedi dei principali media di regime un bersaglio di mobilitazioni e iniziative di lotta», mettendo «il fiato sul collo ai giornalisti» ritenuti «complici dei crimini d’Israele».
Ciò che rende ancora più inquietante la “lotta” che il “Nuovo PCI” vorrebbe portare avanti è proprio il discorso di Chef Rubio. Nel comunicato, il “Comitato Centrale” del “partito” dichiara di «fare proprio l’appoggio alla resistenza palestinese espresso durante la Festa della Riscossa Popolare (FRP)», in particolare quello dell’incontro tenuto da Rubio insieme a un’esponente dell’Unione Democratica Arabo Palestinese. In mancanza di una condanna per le orribili parole espresse sul palco contro specifiche persone e le loro famiglie, si deduce che il documento esprima un chiaro sostegno alle indicazioni dello “Chef”, che vedono come primi obiettivi della resistenza palestinese i giornalisti e le giornaliste, arrivando a dire che questi dovrebbero temere di andare al lavoro ogni giorno e preoccuparsi per l’incolumità dei loro figli.
Com’è finita con Stormfront?
A seguito della diffusione della lista, i moderatori e i membri italiani del forum Stormfront vennero individuati, nonostante il presunto anonimato, accusati e indagati principalmente per incitamento all’odio razziale e antisemitismo, e successivamente condannati in via definitiva nel 2016.