Il Cnel di Renato Brunetta e il ripristino degli stipendi: «Costiamo meno di tutti gli altri organi di rango costituzionale, basta un’assenza per dimezzare l’indennità»
Riceviamo e pubblichiamo la nota con cui il Cnel, presieduto da Renato Brunetta, è intervenuto sul tema del ripristino degli stipendi per i 65 membri del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, voluta dall’attuale governo, e del loro ammontare.
«Doveroso ripristino delle prerogative di organo di rilievo costituzionale lese dalla mutilazione – di dubbia legittimità – inferta nel 2014 in previsione di una soppressione referendaria poi sonoramente bocciata dai cittadini. E’ questo il senso dell’intervento legislativo varato dal Parlamento ad aprile scorso che prevede – dopo ben dieci anni di totale gratuità e di assenza di qualsivoglia rimborso per spese di trasporto e soggiorno connesse al mandato istituzionale – che per i componenti del CNEL, alla pari dei membri di tutti gli altri organi di rango costituzionale (CSM, Consiglio di Stato, Corte dei Conti) sia prevista una indennità.
E a conferma della sobrietà e del rigore che caratterizza il CNEL, l’indennità, caso unico rispetto a tutti gli altri organi, è automaticamente dimezzata in caso di anche una sola assenza alle sessioni plenarie e delle commissioni cui ciascun dei 64 componenti del Consiglio è assegnato.
Infine, giova ricordare che la dotazione annuale del CNEL a carico del bilancio dello Stato per l’espletamento di tutte le funzioni previste dalla Costituzione e dalla legge, personale (poco più di 50 dipendenti) attività istituzionali, pubblicazioni e manutenzione della sede incluse, è infinitamente minore rispetto a tutti gli altri organi di pari livello (poco più di 7 milioni di euro)».
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