Robert F. Kennedy Jr. si ritira dalla corsa alla Casa Bianca e appoggia Trump: «Sospendo la mia campagna»
Robert F. Kennedy Jr. si è ritirato dalla Corsa alla Casa Bianca e ha dato il suo endorsement a Donald Trump. Lo ha annunciato dal palco di Phoenix, in Arizona, dove è in corso il suo (ultimo) convegno come candidato indipendente alle elezioni Usa 2024. Il figlio 70enne di Bob Kennedy e nipote di Jkf ha affermato che sta togliendo il suo nome dalle schede del voto presidenziale in 10 Stati in bilico. «Il mio nome rimarrà sulla scheda elettorale nella maggior parte degli Stati. Se vivete in uno stato democratico, potete votare per me senza danneggiare o aiutare Donald Trump o la vicepresidente Kamala Harris», ha spiegato.
«In circa 10 stati chiave in cui la mia presenza sarebbe un fattore di disturbo, rimuoverò il mio nome e ho già iniziato quel processo e invito gli elettori a non votarmi», ha aggiunto. Dopo aver criticato il sistema elettorale americano e polemizzato sul fatto che la candidata dem non abbia ancora rilasciato un’intervista alla stampa, Kennedy ha annunciato che darà il suo endorsement al tycoon. In cambio, però, di un posto nell’amministrazione Trump in caso di vittoria alle elezioni presidenziali di novembre. Sarebbe stato lo stesso ex presidente, a detta di Kennedy, citato da Cnn, a proporgli una “poltrona”. «L’offerta è arrivata in due incontri con Trump, il primo nei giorni successivi al tentato assassinio a luglio e il secondo alcune settimane più tardi», ha detto Kennedy.
L’endorsement a Trump
Prima del discorso atteso in Arizona, Kennedy Jr. ha depositato presso il tribunale della Pennsylvania un documento nel quale esplicitava il suo supporto a Donald Trump per la presidenza, scrive la Cnn. «Gli imputati Robert F. Kennedy Jr. e Nicole Shanahan, in qualità di candidati di We The People per la carica di Presidente e Vicepresidente degli Stati Uniti, a seguito dell’odierno appoggio a Donald Trump per la carica di Presidente degli Stati Uniti, ritirano con la presente la loro opposizione alla petizione di Alexander Reber e Janneken Smucker», si legge nella documentazione riportata dall’emittente Usa.
L’attacco ai dem: «Partito di guerra, censura e corruzione»
Kennedy aveva cominciato la sua corsa alla Casa Bianca come democratico, sfidando Joe Biden, quindi era diventato indipendente. «Ho lasciato quel partito a ottobre perché si era allontanato in modo così drastico dai valori fondamentali con cui sono cresciuto. È diventato il partito della guerra, della censura, della corruzione, di Big Pharma, della grande tecnologia… e dei grandi soldi», ha affermato Kennedy Jr. «Ho iniziato questo viaggio come democratico, il partito di mio padre, mio zio, il partito a cui ho giurato fedeltà prima di essere abbastanza grande per votare», ha proseguito. E poi ancora: «Ho partecipato alla mia prima convention democratica all’età di sei anni nel 1960 e a quel tempo i democratici erano i campioni della costituzione dei diritti civili. I democratici si sono schierati contro l’autoritarismo, contro la censura, contro il colonialismo, l’imperialismo e le guerre ingiuste. Eravamo il partito del lavoro», ha concluso.
La rabbia dei cinque fratelli
«Vogliamo un’America piena di speranza e unita da una visione condivisa di un futuro più luminoso, un futuro definito dalla libertà individuale, dalla promessa economica e dall’orgoglio nazionale. Crediamo in Harris e Walz. La decisione di nostro fratello Bobby di sostenere Trump oggi è un tradimento dei valori che nostro padre e la nostra famiglia hanno più cari. È la triste conclusione di una triste storia». Così, in una nota comune, i cinque fratelli di Robert F. Kennedy Jr: Kathleen Kennedy Townsend, Courtney Kennedy, Kerry Kennedy, Chris Kennedy e Rory Kennedy.
Il ringraziamento di Trump
Trump, mentre si trovava a un evento della campagna elettorale a Las Vegas, si è entusiasmato per il sostegno ricevuto da Robert F. Kennedy Jr.: «È una cosa grandiosa. È una persona eccezionale, rispettato da tutti», ha detto.