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Usa 2024, Kamala Harris accetta la nomination e attacca Trump: «Non è una persona seria» – Il video

Il discorso della candidata dem chiude la convention di Chicago e dà il via agli ultimi mesi di campagna elettorale

La quarta e ultima giornata della convention del Partito Democratico statunitense a Chicago non poteva che concludersi con lei, Kamala Harris, che la scorsa notte ha accettato formalmente di raccogliere il testimone da Joe Biden e candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Nel suo discorso, il più atteso da quando è iniziato il raduno dei dem in Illinois, Harris ha cercato di presentarsi come una leader pragmatica, determinata ad archiviare una volta per tutte la retorica e le politiche del suo avversario Donald Trump e immaginare «a new way forward», una nuova strada per andare avanti. «Con questa elezione il nostro Paese ha l’occasione preziosa di superare il cinismo, il rancore e le divisive battaglie del passato. Ha la chance di tracciare una nuova strada da seguire. Non come membri di un partito o di una fazione ma come americani», ha scandito Harris dal palco di Chicago.

«Sarò il presidente di tutti gli americani»

In quello che è stato senza dubbio il discorso più importante della sua carriera politica, Kamala Harris ha accettato la nomination del Partito democratico e ha pronunciato un discorso che sembra strizzare l’occhio non solo agli elettori dem ma anche a moderati e indecisi. «Sarò un presidente che unisce attorno alle nostre più alte aspirazioni. Un presidente che guida e ascolta. Realistico, pratico, di buon senso e che combatte sempre per il popolo americano. Dal tribunale alla Casa Bianca, questo è stato il lavoro della mia vita», ha proseguito la candidata dem. Harris è la prima donna nera e la prima persona di origine asiatica ad accettare la nomination di uno dei due maggiori partiti. In caso di vittoria alle presidenziali di novembre, sarebbe la prima donna presidente nella storia degli Stati Uniti e riuscirebbe a rompere quel famoso «soffitto di cristallo» che Hillary Clinton nel 2016 riuscì soltanto a sfiorare.

L’attacco a Trump

Nel suo discorso dal palco della convention a Chicago, Harris ha voluto rimarcare ancora una volta tutto ciò che la separa dal suo avversario alle prossime elezioni. «Donald Trump non è una persona seria, ma le conseguenze di riaverlo alla Casa Bianca sono estremamente serie. Considerate il potere che avrà, soprattutto dopo che la Corte Suprema gli ha concesso l’immunità», ha messo in guardia la candidata dem. I dittatori, ha aggiunto Harris, «fanno il tifo per lui» a queste elezioni. E una volta eletta, la candidata dei democratici assicura che resterà «più che mai accanto all’Ucraina, insieme alla Nato e insieme ai nostri partner europei». Harris è tornata ad attaccare Trump anche sul «Project 2025», il manifesto dell’agenda ultraconservatrice statunitense. «Trump vuole farci arretrare. America, noi non torneremo indietro», ha incalzato ancora la candidata dem.

Gli ultimi due mesi di campagna elettorale

Ora che le convention di democratici e repubblicani sono ufficialmente alle spalle, si apre la fase più intensa della campagna elettorale. Una maratona di poco più di due mesi, che culminerà con l’appuntamento alle urne di martedì 5 novembre. Gli ultimi sondaggi danno Kamala Harris in vantaggio di circa 4 punti percentuali su Trump a livello nazionale. Ma il sistema elettorale statunitense rende questo dato abbastanza insignificante. La vera sfida si giocherà in una manciata di swing states, gli Stati considerati ancora in bilico tra democratici e repubblicani, che decideranno l’esito delle elezioni.

In copertina: Kamala Harris, vicepresidente e candidata dem alle elezioni presidenziali, durante la serata finale della Convention dei democratici a Chicago, 22 agosto 2024 (EPA/Caroline Brehman)

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