Medvedev: «Durov voleva esser uomo di mondo, che può vivere senza la Russia. Ha sbagliato i calcoli»
«Una volta, tempo fa, chiesi a Durov perché non collaborasse con le forze dell’ordine quando si trattava di grandi crimini. “Questa è la mia posizione di principio”, mi rispose. “Allora avrai seri problemi in qualsiasi Paese”, gli risposi». Inizia così il commento del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, sull’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram, avvenuto ieri a Parigi. «Lui credeva che fosse la Russia ad avere i problemi maggiori, così se ne andò e in seguito ottenne la cittadinanza/il permesso di soggiorno in altri Paesi. Voleva essere un geniale “uomo di mondo” che può vivere benissimo senza la sua Madrepatria. Ubi bene ibi patria! Ha sbagliato i calcoli. Per tutti i nostri nemici comuni, egli è russo e quindi imprevedibile e pericoloso. Qualcuno di sangue diverso. Non certo come Musk o Zuckerberg (che, tra l’altro, collabora attivamente con l’FBI). Durov dovrebbe finalmente rendersi conto che la sua Madrepatria, proprio come i tempi in cui vive, non è una questione di scelta», ha commentato sul suo canale Telegram.
L’ambasciata russa a Parigi: «Le autorità francesi non collaborano con noi»
L’ambasciata russa a Parigi ha dichiarato a “Sputnik” di aver chiesto alle autorità francesi di spiegare la detenzione del fondatore di Telegram, Pavel Durov. Tuttavia si sarebbero «rifiutate di collaborare su questo tema», ha riferito a “Ria Novosti” il servizio stampa dell’ambasciata. «Dopo che è uscita la notizia della detenzione di Pavel Durov, abbiamo immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi sui motivi e abbiamo chiesto loro di garantire la protezione dei suoi diritti e l’accesso consolare. A oggi, la parte francese ha evitato di interagire su questo tema», hanno spiegato, precisando di esser in contatto con l’avvocato di Durov.
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