In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
MusicaSuoni e Visioni

Dalla scommessa di «Sotto questo sole» al perché Cremonini ha scritto «50 Special»: la top ten dei tormentoni anni Novanta – La serie

25 Agosto 2024 - 19:30 Gabriele Fazio

Francesco Baccini e i Ladri di Biciclette – Sotto questo sole (1990)

Squilla il telefono di casa Baccini, è Paolo Belli: «Oh, guarda che abbiamo sistemato il pezzo che abbiamo scritto insieme, è venuto una figata». Baccini è piuttosto confuso, risponde: «Quale pezzo? Che cazzo stai dicendo?». Questo perché un paio di settimane prima Baccini, che aveva raggiunto i Ladri di Biciclette in quel di Carpi, era stato accolto con una melodia estremamente catchy ed una spropositata quantità di lambrusco, buona per lasciarsi andare all’ispirazione ma anche, per uno astemio come lui, dimenticare tutto il giorno dopo. «Ero convinto mi prendessero in giro», ma non era una presa in giro, quel giorno era nata Sotto questo sole, uno dei tormentoni estivi più efficaci della storia del pop italiano. Probabilmente fu anche quello che pensarono i discografici delle rispettive parti, deve essere uno scherzo, perché lato Ladri di Biciclette, che provenivano da un Sanremo non entusiasmante ma tutto sommato positivo, nessuno era convinto di Francesco Baccini, ai tempi ancora poco conosciuto e idealmente inserito nel contesto della scuola cantautorale genovese, insomma tutto fuorché un hitmaker di razza. Lato Baccini invece non convinceva affatto il brano, troppo leggero per i loro piani; solo che Baccini sapeva che con il suo stile impegnato difficilmente avrebbe catalizzato l’interesse del largo pubblico e in più una hit estiva, sosteneva, gli avrebbe permesso di evitarsi l’alternativa, il Festival di Sanremo, che lui non voleva fare. Scattano riunioni su riunioni tra le discografiche per provare a trovare una quadra, Baccini e Belli, come hanno poi raccontato, si ritrovavano spesso seduti uno accanto all’altro nella panchina della Nazionale Cantanti, nella testa e nel cuore questo swing poppizzato irresistibile e l’impossibilità di poterne anche solo parlare. La situazione la sbloccò Baccini, quando impose l’uscita di questo singolo, arrivando perfino a firmare una carta proposta dal proprio discografico dell’epoca in cui veniva specificato che lui di quella scelta se ne lavava le mani e il motivo per cui Sotto questo sole avrebbe rappresentato la rovina della carriera del proprio assistito. Naturalmente quando Baccini e i Ladri di Biciclette si aggiudicarono il Festivalbar del 1990, battendo perfino Un’estate italiana, l’inno dei Mondiali di calcio giocati quell’anno in casa nostra, dovette ammettere: «Ok, menomale che hai insistito». Francesco Baccini ottenne ciò che voleva, un successo clamoroso, i Ladri di Biciclette invece, dinanzi a quel successo che gli sfuggì di mano, si sciolsero in fretta fino a sparire.