In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
MusicaSuoni e Visioni

Dalla scommessa di «Sotto questo sole» al perché Cremonini ha scritto «50 Special»: la top ten dei tormentoni anni Novanta – La serie

25 Agosto 2024 - 19:30 Gabriele Fazio

Articolo 31 – Ohi Maria (1994)

In rete si trovano diverse teorie circa l’etimologia del termine «marijuana», nessuna che possiamo ad oggi considerare certa. Quel che è certo è che per una certa generazione, se la marijuana viene, affettuosamente, umanizzata e chiamata in slang «Maria», la «colpa» è degli Articolo 31 e di questo divertentissimo tormentone estivo. Con Ohi Maria noi scopriamo quello che una nicchia di pubblico aveva già ampiamente scoperto, ovvero che il rap celebra la parola e permette una narrazione piuttosto inedita ed efficace anche a livello mainstream e che questa celebrazione della parola ad Alessandro Aleotti, detto J-Ax, gli viene proprio bene. Infatti ad ascoltare Ohi Maria senza alcun intento malizioso, si potrebbe anche pensare ad una donna con qualche problema con la giustizia, ad una storia d’amore semplicemente un pò sopra le righe, come d’altra parte gli Articolo 31, ai tempi, risultavano essere. Invece è una storia d’amore si, ma la «Maria» della storia è la marijuana. L’argomento è affrontato ovviamente con la leggerezza tipica di una certa produzione del duo da poco ricomposto, J-Ax nel pezzo rivendica la libertà di dedicare una canzone alla sua amata Maria come altri nella storia della musica italiana l’avevano precedente dedicata ad altre donne. Solo che quelle, si presume, erano donne veramente. Si tratta di una serenata rap con un ritornello da stadio estremamente coinvolgente, anche per chi non è avvezzo all’utilizzo (tradotto in bacio nel pezzo) della marijuana. Interessante e significativo però il finale, quando sostanzialmente Ax denuncia l’illegalità di quell’amore profondo, ritenendo quella scelta politica (come faranno tanti paesi in ogni angolo del mondo negli anni successivi) ingiusta, inutile e fondamentalmente sbagliata. Così sul finire delle barre, si appella a Pannella, il politico che fece della legalizzazione della marijuana una delle sue più pungenti battaglie, e ricomincia il suo canto. Illegale, ma divertente.