Dalla scommessa di «Sotto questo sole» al perché Cremonini ha scritto «50 Special»: la top ten dei tormentoni anni Novanta – La serie

Alex Britti – Solo una volta (o tutta la vita) (1998)

Una hit estiva azzeccata può anche non rappresentare altro che un fugace lampo di notorietà in una carriera che nemmeno si potrà poi definire carriera. Non è certamente questo il caso di Alex Britti, che di carriere nella musica ne ha avute almeno due. La prima è precedente a Solo una volta (o tutta la vita) e non rappresenta sto granché di mistero: Britti negli anni ’90 è uno dei più preparati e riconosciuti chitarristi europei, fa spola tra Amsterdam e Roma, non più in là, tipo negli Stati Uniti, madrepatria del suo amato blues, perché ha paura di volare. La seconda è segnata proprio dall’uscita, nel giugno del ’98, di questo brano, che in realtà brucia piuttosto sottotraccia fino a metà agosto, quando le radio cominciano a mandarlo in onda a ripetizione, segnando il fortunato futuro del chitarrista romano che poi, attenzione, sarà ancora più bravo a scegliere i brani giusti per battere il ferro finché è caldo. Uno su tutti: Oggi sono io, al successivo Sanremo Giovani, con il quale si guadagnerà l’accesso nella sezione big e la soddisfazione di una cover di Mina. Anche Solo una volta (o tutta la vita) come brano viene capito poco, non perché più impegnato di quello che sembra, ma perché in pochi si accorgono della complessità della composizione e di quanto Alex Britti sia il musicista che è. Oggi lo sappiamo tutti.