Il racconto della testimone: «Così ho visto Sharon Verzeni barcollare»
«Fino all’ultimo ha cercato di chiedere disperatamente aiuto. Ha tentato anche di suonare al campanello di una villetta, poi si è lasciata andare ed è caduta all’indietro». Queste le parole di una testimone oculare che ha visto Sharon Verzeni nei suoi ultimi istanti di vita, dopo esser stata accoltellata. La donna, vive su via Castegnate, a Terno d’Isola, e si era affacciata dal secondo piano di un palazzo. Ha raccontato già cosa vide quella sera ai carabinieri. «Da allora non faccio che pensare a quei terribili momenti», racconta oggi al Corriere della Sera.
«Ho sentito gridare “aiuto aiuto”»
«Stavo guardando la televisione, il volume era basso e le finestre aperte perché faceva un caldo terribile – ricorda, chiedendo di rimanere anonima -. All’improvviso ho sentito gridare “aiuto, aiuto”, ma non mi sono preoccupata più di tanto, perché qui gira di tutto e spesso capita di sentire schiamazzi. Dopo una pausa, ho risentito ancora: “aiuto, aiuto”. Allora mi sono allarmata, perché la voce era più sofferente». «Mi sono affacciata e l’ho vista barcollare. Veniva dalla piazza e all’inizio ho pensato che fosse ubriaca e che stesse male. Era sul lato del mio palazzo. Prima di arrivarci ha attraversato la strada, ha tentato con la mano di aggrapparsi alla recinzione della villetta del 32. Forse cercava di suonare per chiedere aiuto. Ma poco dopo si è lasciata andare». Poi passa un’auto, ma tira dritto. «Poi sono arrivati un ragazzo e una ragazza su una Lancia Y bianca, che hanno chiamato i soccorsi. Sharon ha provato a tirarsi su, ma non ce la faceva. Quando si è girata sul fianco destro, abbiamo visto il sangue. Fino a quel momento, non avevamo capito». Non ha visto «bici, né uomini scappare a piedi, in quanto ho la visuale coperta dagli alberi».
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