Solingen, l’attentatore si consegna alla polizia: «Sono io quello che stato cercando». Gli agenti: «Ha confessato»

Ha 26 anni ed è siriano. Secondo quanto riporta Bild si sarebbe avvicinato ai poliziotti sotto la pioggia e ancora coperto di sangue

Il siriano di 26 anni sospettato dell’attacco con un coltello di venerdì sera a Solingen, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre otto, ha confessato: lo ha reso noto la polizia. L’uomo, secondo quanto riporta Bild, si sarebbe consegnato alle autorità a poco più di 24 ore dall’attacco. Sotto la pioggia e ancora coperto di sangue, l’uomo si è avvicinato agli agenti poco dopo le 23 dicendo: «Sono io quello che state cercando». Poco prima la polizia aveva fatto irruzione in un centro per richiedenti asilo fermando un altro siriano di 36 anni. Ma non era lui «quello che avevamo nel mirino fin dall’inizio», ha detto poco prima di mezzanotte il ministro degli Interni della Nordreno-Vestfalia, Herbert Reul. Ieri il gruppo jihadista dell’autoproclamato Stato islamico – meglio noto come Isis – aveva rivendicato la strage: «È una vendetta per i musulmani uccisi in Palestina». «L’autore dell’attacco a un raduno di cristiani nella città di Solingen in Germania ieri era un soldato del gruppo dello Stato islamico», recitava il comunicato lanciato su Telegram. La polizia tedesca, per motivi di indagine, non ha mai diffuso l’identikit dell’uomo.


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