I 12 capi d’imputazione del Tribunale di Parigi sul caso legato al fondatore di Telegram Pavel Durov – Il documento

Le accuse riguardano una persona non identificata in merito a reati come la distribuzione e messa a disposizione di immagini pedopornografiche all’interno di un gruppo organizzato

Il Tribunale di Parigi ha reso noti i 12 capi d’imputazione relativi al caso Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato dell’app di messaggistica Telegram, attualmente agli arresti dopo essere rientrato in Francia lo scorso sabato sera, dopo un viaggio in Azerbaigian. Secondo quanto riportato dal comunicato, le accuse vengono mosse contro una persona non identificata («This judicial investigation was opened against person unnamed»). Tra queste troviamo quella di complicità per possesso di immagini pornografiche di minori, distribuzione, offerta o messa a disposizione di tali immagini all’interno di un gruppo organizzato.


Dal comunicato, firmato dal pubblico ministero del Tribunale di Parigi Laure Beccuau, si evidenzia come l’indagine giudiziaria sia partita l’8 luglio 2024, oltre un mese fa, a seguito di un’ulteriore indagine avviata dalla sezione “Lotta contro la criminalità informatica” della Procura della Repubblica di Parigi. Il comunicato specifica che l’indagine è aperta contro una persona non identificata, senza attribuire direttamente l’identità al fondatore di Telegram, Pavel Durov. È probabile che l’atto pubblicato dal Tribunale di Parigi sia rivolto al pubblico per chiarire il contesto dell’indagine nella quale risulta coinvolto e interrogato Durov («It is within this procedural framework in which Pavel DUROV was questioned by the investigators»). Per lui, come dichiarato da Jean-Michel Bernigaud, segretario generale dell’Ufficio dei Minori (Office MineursOFMIN), rimane la questione legata alla mancata moderazione e cooperazione con le autorità («absence de modération et de coopération de la plate-forme»).


Il Tribunale indica che la persona ricercata è accusata di associazione a delinquere finalizzata a commettere crimini punibili con 5 o più anni di reclusione. Oltre al reato di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico attraverso la piattaforma, le accuse comprendono traffico di sostanze stupefacenti, frode organizzata e riciclaggio di proventi derivanti da reati compiuti da un gruppo organizzato. Non è ancora chiaro il riferimento all’accusa relativa alla fornitura di servizi di crittografia e a come questi non garantiscano l’autenticazione o il monitoraggio, ma considerato il contesto fornito dal Tribunale («This judicial investigation was opened against person unnamed») al momento non si può sostenere con certezza che riguardi un servizio fornito da Telegram.

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