Bruno Vespa «professionista della disinformazione» e scoppia la lite in treno per la contestazione. La replica: «Vada a fare in c*lo» – Il video

Il giornalista Matteo Gracis, fondatore del giornale L’indipendente, si è avvicinato al collega con la scusa di fare una foto, ma in realtà riprendeva il tutto con il suo telefono: contestazione compresa

«Un professionista della disinformazione», così è stato definito durante un viaggio in treno il noto conduttore televisivo Bruno Vespa. A contestarlo il giornalista Matteo Gracis, fondatore del giornale L’indipendente, che si è avvicinato al conduttore Rai con la scusa di fare una foto, ma in realtà riprendeva il tutto con il suo telefono. Dura la replica del presentatore di Porta a Porta: «Vada a fare in c*lo». Gracis ha poi pubblicato tutto sui social.


La contestazione

Gracis si è avvicinato con la scusa di scattare una foto insieme a Vespa che, lusingato, non ha rifiutato. «Bruno Vespa uno dei più grandi professionisti…», ha esordito Gracis mentre il conduttore lamentava il fatto che stesse facendo un video. Completa quindi il suo discorso l’uomo: «… della disinformazione». Allora Vespa palesemente infastidito replica: «Vada a fare in c*lo». Gracis continua, «… del giornalismo che è un megafono della voce dei padroni, giusto?», e Vespa «Certo, assolutamente. Può accomodarsi per favore?». Poi un altro uomo si mette in mezzo a loro e Gracis ritorna al suo posto per spiegare i motivi della sua contestazione.


I motivi

«È uno dei responsabili dell’informazione spazzatura che abbiamo in Italia. La mia contestazione è stata educata, civile, pacifica, senza insulti e, anzi, mi sono anche scusato per l’incursione […] L’ho contestato perché è giusto esternare a questi soggetti, abituati ad autografi e selfie, il proprio dissenso. I danni causati da pennivendoli simili sono incalcolabili. Hanno rincoglionito e lobotomizzato generazioni di italiani. Mi sembrava il minimo. Avete notato l’incapacità ad alcuna volontà di confronto. Se capitasse a me, ascolterei chi mi critica per ribattere. Questi non sono abituati perché è tutta una vita che sono abituati ai tappeti rossi», ha spiegato il fondatore de L’indipendente nello stesso video.

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