La falsa notizia dello stato di emergenza in Giappone per i «nanobot dei vaccini»

La narrazione non trova riscontro in Giappone e le fonti non provano l’esistenza dei fantomatici “nanobot”

Dobbiamo tornare a parlare della storia molto in voga negli ambienti No vax dei nanobot nei vaccini contro il nuovo Coronavirus. È un esempio di come le teorie del complotto riescono a evolversi nella comunità dei “credenti”, seguendo le “briciole” che si trovano lungo il percorso. Si comincia fraintendendo l’uso del grafene nella ricerca, alcuni brevetti precedenti e si finisce con presunte analisi fatte utilizzando metodi e strumenti di dubbia attendibilità. Recenti condivisioni Facebook riportano (per esempio qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui), screen, video e articoli di testate minori, dove si annuncia che il Giappone avrebbe dichiarato «lo stato di emergenza dopo aver scoperto nanobot in 96 milioni di cittadini, scatenando l’allarme globale sui vaccini mRNA per il COVID-19».

Per chi ha fretta:

  • Alcune condivisioni Facebook riportano l’annuncio di una emergenza sanitaria in Giappone dovuta ai nanobot nei vacciniCovid, che avrebbero ucciso oltre 96 mila persone.
  • Non risulta al momento alcuna emergenza di questo tipo in Giappone.
  • Non risultano nemmeno studi autorevoli che confermino la sensatezza di una tale emergenza in Giappone.

Analisi

Riportiamo di seguito un paio di esempi dove gli utenti No vax contribuiscono a diffondere la teoria del complotto dei nanobot nei vaccini a mRNA:

Ecco un esempio di come diversi utenti riportano questa narrazione:

Il Giappone ha gettato il mondo in uno stato di shock e incredulità dichiarando lo stato di emergenza in seguito alla scoperta di nanobot nei corpi di 96 milioni di suoi cittadini.

Questi minuscoli e insidiosi dispositivi, che il governo sostiene siano stati introdotti tramite i vaccini mRNA COVID-19, hanno scatenato un’ondata di indagini scientifiche e inchieste penali, minacciando di esporre una cospirazione di proporzioni senza precedenti.

La fantomatica emergenza in Giappone

La fonte all’origine di questa narrazione in merito ai nanobot è un articolo di AMG-News, di cui i siti italiani riprendono solo la seconda parte, in cui si annuncia appunto lo stato d’emergenza in Giappone «dopo aver scoperto nanobot in 96 milioni di cittadini, scatenando l’allarme globale sui vaccini mRNA per il COVID-19. Mentre il governo giapponese avvia le indagini, Big Pharma e l’élite globale si affannano per sopprimere la verità». Non è tutto, perché esisterebbero anche delle scuse ufficiali del Governo giapponese:

«In una mossa rara e umiliante – spiega l’autore del testo -, il governo giapponese ha rilasciato delle scuse formali ai suoi cittadini. Queste scuse non sono state semplicemente un gesto, ma una cruda ammissione della gravità della situazione. Il governo ha riconosciuto che il lancio dei vaccini mRNA COVID-19 , che si riteneva fossero sicuri ed efficaci, ha portato a conseguenze impreviste e catastrofiche».

«Queste scuse segnano una svolta critica nella gestione della pandemia e delle sue conseguenze da parte del Giappone. Riflettono l’impegno del governo per la trasparenza e la responsabilità – continua la narrazione -, dando un potente esempio per le altre nazioni. Tuttavia, le scuse sottolineano anche la gravità della situazione: milioni di cittadini giapponesi sono stati esposti inconsapevolmente a una tecnologia che potrebbe avere conseguenze disastrose per la loro salute e libertà».

Forse questa storia delle scuse è ispirata a quelle pronunciate da Kazuhiro Haraguchi, un politico giapponese vicino ai gruppi No vax, durante una manifestazione contro l’OMS. Ad ogni modo si tratta di una narrazione monca, perché le presunte “prove” si troverebbero nell’introduzione dell’articolo originale risalente all’11 agosto scorso, le quali però non c’entrano niente con la presunta emergenza. Nonostante questo sono tanti gli utenti che “si accontentano” prendendo per buona una emergenza sanitaria di cui non viene riportata alcuna documentazione.

La “fonte” sui presunti nanobot

Per completezza facciamo notare che la prima parte dell’articolo di AMG-News congettura l’esistenza di analisi «allo stereomicroscopio con un ingrandimento fino a 400X». Qui non si fa altro che il copia-incolla di un report che reca alla fine le firme di Young Mi Lee e Daniel Broudy. Quindi nonostante l’autore dell’articolo non riporti alcun link, abbiamo finalmente i riferimenti per cercarci la fonte per conto nostro. Così scopriamo le potenziali ragioni per cui, il sito Web in oggetto non rimanda direttamente al documento. Si tratta infatti di uno “studio” apparso nel luglio 2024 sul International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR). Parliamo di una rivista già nota agli autori di Retraction Watch (portale dedicato alle frodi scientifiche e alla denuncia delle riviste predatorie), i quali notano come il periodico sembra dedicato a sostenere che «le vaccinazioni, e non le malattie che prevengono, sono un flagello». Basti vedere come vengono presentati quelli Covid nell’edizione speciale del 2021.

Del resto la narrazione ricorda parecchio le analisi di “ricercatori indipendenti” come Ricardo Delgado, Pablo Campra o Franco Giovannini, i quali però si sono rivelate presto frutto di metodologie discutibili, che non hanno portato alla pubblicazione di studi affidabili, come avevamo visto qui, qui e qui. Proprio in una precedente analisi in cui trattavamo un articolo del già citato Giovannini pubblicato su IJVTPR, riscontravamo che  l’Editorial Board elenca tra gli «Associate Editors» altri due personaggi noti per la diffusione di affermazioni scientificamente controverse su vaccini e presunte nano-strutture in essi contenuti: Antonietta Gatti e Stefano Montanari.

Riportiamo per esempio un passaggio dell’articolo di AMG-News:

«C’erano entità animate simili a vermi, dischi, catene, spirali, tubi, strutture ad angolo retto contenenti altre entità artificiali al loro interno e così via. Tutti questi sono estremamente al di là di qualsiasi livello previsto e accettabile di contaminazione degli iniettabili COVID-19 e gli studi di incubazione hanno rivelato il progressivo autoassemblaggio di molte strutture artefatte. Con il passare del tempo durante l’incubazione, semplici strutture uni e bidimensionali nell’arco di due o tre settimane sono diventate più complesse nella forma e nelle dimensioni sviluppandosi in entità stereoscopicamente visibili in tre dimensioni.

«Assomigliavano a filamenti, nastri e nastri di nanotubi di carbonio, alcuni apparivano come membrane trasparenti, sottili e piatte, e altri come spirali tridimensionali e catene di perline. Alcuni di questi sembravano apparire per poi scomparire nel tempo. Le nostre osservazioni suggeriscono la presenza di qualche tipo di nanotecnologia negli iniettabili COVID-19».

In realtà è praticamente impossibile distinguere quanto questi personaggi affermano di aver visto, da banali impurità degli strumenti o dalla normale presenza di altre sostanze comuni, come avevamo mostrato qui.

Continua

Abbiamo visto che l’emergenza sanitaria in Giappone per i vaccini Covid è di pura invenzione. I nanobot che vi sarebbero contenuti fanno parte di una narrazione mai realmente dimostrata in studi autorevoli su riviste scientifiche di ampio impatto.

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