L’Onu sospende ogni attività umanitaria a Gaza: «Israele ordina ancora di evacuare, così non possiamo lavorare»
L’Onu è costretta a sospendere le operazioni umanitarie a Gaza. Lo ha comunicato un alto funzionario dell’organizzazione, spiegando che le Nazioni Unite non hanno altra scelta dopo l’ultimo ordine di
evacuazione israeliano relativo a Deir al-Balah, nel centro del territorio palestinese. Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas lo scorso 7 ottobre, ha rimarcato l’alto funzionario, l’Onu ha dovuto sì talvolta ritardare o mettere in pausa temporaneamente le sue operazioni, «ma mai fino al punto di dire concretamente che non possiamo più fare nulla» come invece avviene ora. Ciò non toglie, ha concluso, l’organizzazione internazionale è intenzionata a riprendere l’attività il prima possibile.
L’ottimismo Usa sulle trattative
Intanto a provare a infondere nuovamente un minimo di speranza nelle infinite trattative per una possibile tregua a Gaza sono ancora una volta gli Stati Uniti. I colloqui svolti negli ultimi giorni al Cairo tra le parti, per via indiretta tramite i mediatori, hanno registrato «progressi», nonostante le innegabili distanze tra Israele e Hamas. Lo ha assicurato il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby, replicando alle voci di un fallimento anche delle ultime trattative spinte dalla Casa Bianca insieme a Egitto e Qatar. I colloqui, è la tesi di Kirby, non sarebbero finiti, anzi, «proseguiranno per diversi altri giorni». No comment, al momento, dal governo israeliano, su dove stia il vero bilancio delle trattative.
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