Chi è davvero il fondatore di Telegram Pavel Durov: «Arresto? Forse si è consegnato»
Chi è davvero Pavel Durov? Il fondatore e amministratore delegato dell’app di messaggistica Telegram agli arresti in Francia è russo di nascita ma apolide da oltre un decennio. Colleziona cittadinanze ed è attualmente residente a Dubai. Ha un patrimonio di 15 miliardi di dollari ma nessuna proprietà, perché «quello che possiedi ti possiede». Suo padre è russo, sua madre è di origine ucraina. La sua società ha il quartiere generale a Dubai, ha un miliardo di utenti e vale 30 miliardi. Grazie alla sua barriera di riservatezza che la porta a negare ogni collaborazione con le autorità occidentali. E consentendo, secondo l’accusa di Parigi, attività criminali di ogni tipo: dalla violazione del copyright al terrorismo, fino allo spaccio al dettaglio di stupefacenti e alla disinformazione.
Il fondatore di Telegram
Durov è nato a San Pietroburgo e ha 39 anni. Ha trascorso gli anni della giovinezza a Torino, dove il padre ha insegnato filologia. All’università ha fondato insieme al fratello Nicolai il Facebook russo, ovvero VKontakte. Ma sin dall’inizio ha ostacolato le richieste di violazione della privacy degli utenti provenienti da Vladimir Putin. A quanto pare ha negato informazioni su profili ucraini nel 2014 dopo la Rivoluzione Arancione e l’invasione russa della Crimea. Poi ha ceduto il social network ad altri imprenditori, più vicini al Cremlino. Lasciando il paese con un assegno da 300 milioni di dollari in tasca. Durov è un nemico dello Zar? «L’ambasciata russa in Francia ha chiesto l’accesso consolare al miliardario franco-russo di 39 anni Pavel Durov, proprietario di Telegram. Pensavo si presentasse come un dissidente. Strano che quando la situazione precipita, il Cremlino intervenga… », ha scritto ieri Bill Browder, nemico conclamato di Putin.
La cittadinanza francese
Di certo Durov ci tiene a mantenere buoni rapporti con tutti. Ha la cittadinanza francese, disposta direttamente dal ministero degli Esteri, come per le personalità di un certo livello. Le intelligence mondiali, quando hanno avuto la necessità di consultare il database di Telegram, ci sono riuscite. Il fondatore di Telegram, ricorda oggi La Stampa, parla italiano, mangia cibo italiano (è vegetariano) e ha vissuto 14 anni a Torino. Diversi servizi occidentali sostengono che su Telegram si sia svolto il reclutamento di freelance per gli attacchi terroristici del Gru, il servizio segreto di Mosca. Mentre IStories, collettivo di giornalisti indipendenti russi, ha segnalato che Durov è volato a Parigi-Le Bourget dall’Azerbaigian.
Si è consegnato?
E quindi era a Baku negli stessi giorni in cui c’era Putin (ma non si sa se Durov abbia incontrato lui o qualcuno della sua delegazione). Ed è arrivato in Francia sapendo di essere ricercato: si è insomma consegnato. Meglio lì che a Mosca? «Telegram rispetta le leggi dell’Ue, incluso il Digital Services Act: la sua attività di moderazione è conforme agli standard del settore e in continuo miglioramento.️ Il Ceo di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa», ha fatto sapere ieri su X la società di messaggistica istantanea. «È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell’abuso di tale piattaforma. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione».
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