Roma, la bara nera lasciata davanti alla casa dell’attivista antimafia Ronzio: «È difficile vivere nello stesso posto delle persone che denunci»
«Non capita tutti i giorni di trovare una bara sotto casa. Può accadere che un incivile lasci un mobile, un divano, ma una bara no». Queste le parole di Tiziana Ronzio, attivista contro il degrado e la criminalità che attanagliano il quartiere romano di Tor Bella Monaca. La donna ha visto la sua casa violata dai ladri, ha subìto il furto di una recinzione, oltre che di due striscioni che aveva esposto contro la mafia. E adesso, ha trovato una bara, nera, tra i cassonetti davanti al portone di casa sua. «Non so se fosse indirizzata a me, ma non fa piacere», commenta a Repubblica. Addirittura, all’inizio non aveva fatto alcun collegamento: le immagini della bara circolavano sui social dallo scorso sabato.
Gli episodi
«Mi giravano le immagini ma non avevo capito», ha spiegato Ronzio. Sono stati gli uomini della scorta che accompagnano la presidente dell’associazione Tor Più Bella ad accorgersi dell’anomalia, e ad avvertire carabinieri e polizia. «Sono stati 25 giorni pesanti – racconta ancora la donna a Repubblica –. Qualcuno è entrato due volte nel terrazzo. Una volta mi hanno rubato, la seconda no, ma c’è stato un corto circuito e non abbiamo la luce. Mi hanno portato via dei blocchetti di una recinzione, gli striscioni “No degrado” e “No mafia” sono stati portati via e gettati sotto la sede di Tor Più Bella. La sera ci sono questi motorini che impennano e bestemmiano. Io mi dico che sono tutti episodi non indirizzati a me, solo che tutti insieme non passano inosservati».
I programmi
Ronzio non si arrende: «Sto facendo tantissime attività. Andare nelle “Torri”, andare a denunciare determinate cose non ha fatto piacere e non ha fatto piacere neanche la nostra presenza costante dove c’è lo spaccio, dove ci sono le occupazioni». E ancora: «Ci sono state tante cose che uno lascia sempre correre. Ho fatto denunce per persone che mi insultano sotto casa, per materiale che mi lasciano vicino al portone, io cerco di viverlo con distacco ma non è semplice, vivo queste cose come se non mi riguardassero, per andare avanti. È difficile vivere nello stesso posto delle persone che denunci. Qui c’è tanta brava gente, ma anche gente meno brava».
Il sostegno
Ma di certo, promette, «non faremo un passo indietro. Sarebbe come ammettere che loro sono più forti. Bisogna fare tanti passi avanti cercando di avere chi ti sostiene». Persone intenzionate a supportare la causa, che in questo caso non sembrano mancate: «Sono fortunata: mi hanno chiamato o espresso solidarietà diversi assessori (Monica Lucarelli, Tobia Zevi e Andrea Catarci ). Anche la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo. La vicinanza ti aiuta molto», conclude Ronzio.
Foto copertina: pagina Facebook di Tiziana Ronzio
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