Sharon Verzeni, l’alibi di Sergio Ruocco e l’angolo cieco della telecamera: la procura e le ipotesi sul fidanzato

Lui oggi torna a lavorare. Il fratello lo difende. L’anomalia sulla scena del crimine e la porzione di strada che manca dai video

«Non sono mai stanco e non mi serve l’avvocato». Sergio Ruocco, fidanzato di Sharon Verzeni, uccisa a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio, sembra non scomporsi mai. Anche se in questi giorni ha fatto la spola tra la casa dei genitori della vittima e la caserma dei carabinieri. Per firmare verbali e fornire username e password dei dispositivi elettronici sequestrati. Stamattina tornerà a lavorare. Il datore di lavoro Claudio Fiorendi dice che non è mai mancato un giorno fino a quello dell’omicidio della compagna. Intanto arrivano a cento le persone ascoltate dalla procura di Bergamo, mentre dieci sono i testimoni identificati grazie alle telecamere su via Castegnate quella notte. Uno di questi ha raccontato di aver visto una persona pulire la strada.


L’alibi di Sergio Ruocco

Se la circostanza fosse confermata, si tratterebbe di un’anomalia: la scena del crimine andava subito isolata. Ma è sull’alibi del fidanzato di Sharon che si gioca molto di questa indagine. Secondo le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona la 33enne è uscita di casa a mezzanotte circa. Ha fatto un giro largo, percorrendo 2,5 chilometri. È stata uccisa 50 minuti dopo all’altezza del civico 32 di via Castegnate. Gli investigatori hanno cercato di verificare l’alibi di Ruocco. La villa della coppia si trova in via Marelli e dista appena 650 metri dal luogo del delitto. In teoria quindi Ruocco avrebbe avuto tutto il tempo di rientrare a casa e mettersi a letto, dove lo hanno trovato i carabinieri la notte del delitto. Quella notte però nessuna telecamera lo ha ripreso. Nemmeno quelle che avrebbero potuto farlo nel tragitto (teorico) di ritorno a casa.


L’angolo cieco della telecamera

Ma c’è un però. E riguarda l’angolo cieco della telecamera: quel tipo di dispositivo non riprende una porzione di strada. E in più c’è la possibilità di uscire in strada anche dal retro della villa. Ma per farlo bisogna superare una siepe e dei rovi. E, molto probabilmente, lasciare delle tracce del suo passaggio. Gli inquirenti ci hanno pensato dal primo momento e hanno verificato: tracce non ce ne sono. Nemmeno sul suo corpo, visto che i carabinieri lo hanno fatto spogliare la notte dell’omicidio. In ogni caso, anche se fosse dimostrata una sua uscita dalla villa, è incredibile che nessuna telecamera lo abbia inquadrato nei momenti successivi che gli avrebbero permesso di arrivare nel luogo della passeggiata di Sharon. Rimangono comunque le risultanze dell’autopsia. Ovvero che Verzeni è stata uccisa dall’aggressione violenta di una persona comune. E non da un killer professionista.

Il fratello Mirko

Intanto Mirko Ruocco, fratello di Sergio, parla in un’intervista al Messaggero. «In un caso come quello di Sharon è normale che si vada a prendere subito il fidanzato o il marito della vittima», spiega. «Sergio non sente alcuna pressione nei suoi confronti. Vuole collaborare», aggiunge. Mirko dice che se Sharon avesse avuto un personal computer si sarebbe potuta trovare traccia di qualcuno che le scriveva. «Può essere che una persona le abbia fatto delle avances. «Lavorava in un bar a Brembate, a contatto con molta gente. Non è escluso che qualcuno ci abbia provato con lei. Oppure, per sua sfortuna, quella notte mentre camminava è incappata in un balordo». Mirko parla anche dell’esperienza di Sharon in Scientology: «Ci hanno detto che dopo i corsi chiedono una quota di adesione. Ma da quel che so lei non era stata sollecitata a pagare. Non credo avesse versato una quota».

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