Luca Pirondini e la sua candidatura per i Cinque stelle in Liguria: «Non siamo contro il campo largo ma no a Renzi»

Il senatore e candidato pentastellato: «È tempo anche per noi di esprimere un nome»

Il rebus sul candidato progressista alle prossime elezioni regionali in Liguria diventa ancora più complicato. Il senatore del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini, come preannunciato dai Cinque stelle, ha confermato la sua candidatura per il palazzo in piazza De Ferrari nonostante sul tavolo ci sia già il nome dell’ex ministro Pd Andrea Orlando. In un’intervista a Repubblica sostiene: «Non è una candidatura contro Orlando e contro il campo largo». E detta già quali sono i limiti del futuro accordo: «Chi siede nella giunta di centrodestra e nella maggioranza del sindaco Marco Bucci (si legga Italia Viva di Matteo Renzi, ndr.), a Genova, non può stare nel campo largo in Regione Liguria. Con Azione la situazione è totalmente diversa».


«È tempo anche per noi di esprimere un nome»

«La mia candidatura è reale. E non è fatta dal M5s per prenotare posizioni nella prossima giunta o alzare la posta, come qualcuno dice – spiega Pirondini, già candidato alle comunali di Genova nel 2017 – È un segnale di assunzione di responsabilità del Movimento nei confronti del territorio, un atto legittimo di una forza politica importante. Capirei, se lo facessero altri». Secondo il senatore il ruolo dei 5 stelle è quello di «perseguire gli ideali originari e probabilmente anche di collante con le forze politiche a sinistra del Pd». Poi la chiosa che sa tanto di rivendicazione: «In Emilia c’è un candidato Pd, alle recenti comunali si sono fatti certi percorsi, ora è tempo anche per noi di esprimere un nome». E sugli eventuali danni che la sua candidatura potrebbe arrecare al campo largo, soprattutto dopo l’ultimatum di Orlando, spiega: «Non c’è ritardo. Non perdiamo alcun vantaggio. È invece fondamentale chiarire prima le cose, per non avere problemi dopo». Sullo scontro tra il leader del M5S Giuseppe Conte e il garante Beppe Grillo non si sbilancia: «Sono convinto che l’incontro tra Beppe e Giuseppe sia la nostra forza, perché tiene insieme l’anima iniziale del Movimento e un necessario pragmatismo successivo». Arriva però lo stop sull’entrata di Renzi nel campo largo, mentre la porta per Carlo Calenda rimane aperta: «Il 18 luglio erano in piazza con tutti noi alla manifestazione nazionale che chiedeva le dimissioni al governatore Toti». La fiducia in una vittoria comunque rimane: «La Liguria merita un’alternativa».


In copertina: ANSA/LUCA ZENNARO I Luca Pirondini durante la conferenza stampa per parlare del risultato delle elezioni comunali genovesi. 13 giugno 2017 a Genova

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