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Così Roberto Vannacci può “rubare” la fiamma tricolore a Giorgia Meloni: «È l’unico a esserne degno»

roberto vannacci giorgia meloni fiamma tricolore
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Il piano di Saya e Ferramonti per il movimento del generale. Mentre la sua associazione si trasforma «da culturale a politica»

Il generale Roberto Vannacci potrebbe presto fregiarsi del simbolo della fiamma tricolore. “Fregandolo” a Giorgia Meloni. Perché lui è «l’unico a esserne degno», secondo Gianmario Ferramonti. Ovvero il presidente della Confederazione delle Destre, che raccoglie una serie di sigle sovraniste. Tra cui anche quello del Movimento Sociale Italiano di Gaetano Saya, che vanta il diritto d’autore sulla fiamma. E che si è rivolto alla Cassazione affinché ne venga negato l’uso a Fratelli d’Italia. Ponendo così fine a una lunga contesa legale. E portando così al “comitato” del generale. Che per sua stessa ammissione si sta trasformando «da associazione culturale in politica». Lui intanto tratta con Matteo Salvini dopo la smentita sul suo addio. E vuole per il suo movimento il 30% dei candidati alle prossime elezioni regionali.

La fiamma tricolore

Un passo indietro. La fiamma tricolore è il simbolo usato dal Movimento Sociale Italiano all’epoca di Giorgio Almirante. È stato utilizzato anche da Alleanza Nazionale all’epoca di Gianfranco Fini. Il suo significato vuole richiamare la fiamma del reggimento degli Arditi, corpo speciale del Regio Esercito italiano. Secondo altri sarebbe invece la fiaccola ardente sulla tomba di Benito Mussolini. Nel 2022, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, Meloni ha spiegato che la fiamma tricolore nel simbolo di FdI non è nostalgica: «La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche». La senatrice a vita Liliana Segre ha chiesto alla premier di toglierla dal simboli di FdI, senza ricevere risposta.

Il partito del generale

Ferramonti, già tesoriere della Lega, ha avuto un ruolo nella nascita di Forza Italia e di Alleanza Nazionale. Il Fatto Quotidiano racconta oggi che è anche finito in carcere nel 1996 per un’inchiesta su una truffa finanziaria. Ed è stato anche indagato come promotore di una rete di spionaggio internazionale. Ora si scatta foto con Vannacci ed è ritornato alla carica. Saya invece nel 2005 è stato arrestato con l’accusa di aver cercato di creare una polizia parallela. Poi è stato prosciolto. Di recente in casa sua sono stati trovati divise e tesserini irregolari. Negli anni aveva tentato di abbordare anche personaggi di un certo calibro politico, come Domenico Scilipoti. Saya aveva proposto all’agopunturista prestato alle istituzioni di diventare il nuovo Duce del Msi rifondato. Chissà perché, la strategia non ha avuto successo.

Il tentativo con Berlusconi

Ma c’erano anche stati altri tentativi. «Berlusconi mi ha spiegato che la presenza della fiamma tricolore, il nostro amato simbolo, è fondamentale nelle sue liste. Gli porteremo, lui ne è giustamente convinto, tutti i voti dei nostalgici e di quelli che non si riconoscono nell’attuale destra. Moscia e venduta», disse la moglie di Saya, Anna Maria Cannizzaro, dopo un incontro con il Cavaliere a palazzo Grazioli. Era il 2006. Adesso il dinamico duo Ferramonti-Saya ha trovato un nuovo condottiero. Per questo vuole togliere a Meloni il tricolore che la caratterizza con i nostalgici. Ci riuscirà?

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