Scontro Lega-Cei sull’Autonomia, i vescovi: «È un pericolo mortale». La replica di Salvini: «Sparano a zero»

Per il vice di Zuppi con la riforma «si rischia il Far West». Ma il vicepremier non è d’accordo: «Porta efficienza, modernità e meno sprechi»

«I vescovi italiani (tutti?) sparano a zero contro l’Autonomia, approvata in Parlamento e riconosciuta in Costituzione». A dirlo è il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, commentando l’intervista a Repubblica del vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, il vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino, secondo cui con la riforma dell’autonomia differenziata non solo ci saranno «tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere». «Con tutto il rispetto – scrive Salvini sui social -, non sono assolutamente d’accordo: l’Autonomia porterà efficienza, modernità, più servizi ai cittadini e meno sprechi. Voi che ne pensate degli attacchi dei vescovi?», si legge. 


Dopo l’affondo di Forza Italia, delle opposizioni, ma anche l’impugnazione delle legge da parte di Puglia, Toscana e Sardegna e il referendum abrogativo, la legge targata Lega è stata bocciata ieri, martedì 28 agosto, anche dalla Conferenza Episcopale Italiana: «Il Sud ha capito che la riforma è un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa», il commento del vice di Zuppi nella Cei. Alla domanda se sia questo il motivo per cui il Meridione sta firmando in massa per il referendum, Savino ha risposto senza indugi: «Sì, perché ne percepisce il pericolo mortale». La posizione della Cei, contraria alla legge bandiera della Lega era già emersa qualche mese fa, all’indomani dell’approvazione del testo. Ma le parole del vescovo hanno riaperto il dibattito. Da qualsiasi lato la si guardi, la riforma dell’autonomia è diventato un terreno minato: materia di scontro tra maggioranza e opposizione, fonte di divisioni tra gli alleati di governo, attaccata dalle Regioni del Sud, contestata dalla Cei. Nella giornata di oggi, mercoledì 28 agosto, i leghisti avevano iniziato ad attaccare la Cei anche sul fronte dei migranti.


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