Gaza, la denuncia dell’Onu: «Un nostro veicolo umanitario colpito da Israele». Il Programma alimentare mondiale (Wfp) sospende i movimenti del suo personale

«Il veicolo, parte di un convoglio coordinato con l’Idf, è stato colpito 10 volte dal fuoco israeliano», ha detto il portavoce del segretario generale Onu, Stéphane Dujarric

I movimenti a Gaza del personale del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp o Pam) saranno sospesi «fino a nuovo avviso». L’annuncio è arrivato dopo che uno dei veicoli appartenenti all’organizzazione è stato colpito dal fuoco israeliano. In un comunicato stampa, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite Cindy McCain ha dichiarato: «Ciò è assolutamente inaccettabile ed è l’ultimo di una serie di eventi non necessari legati alla sicurezza che hanno messo in pericolo la vita delle squadre del Pam a Gaza».


Il racconto

Stéphane Dujarric, il portavoce del segretario generale Onu, ha spiegato che il mezzo delle Nazioni Unite faceva parte di un convoglio umanitario coordinato con le autorità israeliane. A colpirlo, ieri, è stato lo Stato ebraico a Gaza. L’incidente non ha provocato vittime. «La notte scorsa un veicolo umanitario dell’Onu chiaramente identificato, parte di un convoglio pienamente coordinato con le forze armate israeliane, è stato colpito 10 volte dal fuoco» dell’Idf, ha spiegato il portavoce. Aggiungendo che le due persone a bordo del mezzo si sono salvate solo per il fatto che si trattava di un veicolo blindato.


Il precedente

La notizia arriva a distanza di pochi giorni dalla comunicazione di un alto funzionario Onu riguardo l’abbandono forzato delle operazioni umanitarie a Gaza da parte dell’organizzazione. L’annuncio è stato motivato spiegando che le Nazioni Unite non hanno altra scelta dopo l’ultimo ordine di
evacuazione israeliano relativo a Deir al-Balah, nel centro del territorio palestinese. L’alto funzionario ha rimarcato che dall’inizio dell’attuale guerra, l’Onu ha già dovuto ritardare o mettere in pausa alcune delle sue operazioni, «ma mai fino al punto di dire concretamente che non possiamo più fare nulla» come invece avviene ora. Ciò non toglie, ha però aggiunto, che l’organizzazione internazionale è intenzionata a riprendere l’attività il prima possibile.

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