Israele, i famigliari degli ostaggi in viaggio verso la Striscia di Gaza con le auto bruciate il 7 ottobre: «Ora basta, liberateli» – Il video

L’iniziativa senza precedenti del Forum che da mesi si batte per i rapiti. L’attacco a Netanyahu: «Occupati di loro, non del Corridoio Filadelfia»

Le hanno provate tutte, dal 7 ottobre a questa parte, per farsi sentire. In Israele, negli Usa, in Europa, all’Onu e in Vaticano: ovunque. Le famiglie degli ostaggi israeliani rapiti quel giorno da Hamas hanno dato vita a infinite manifestazioni e incontri, per alzare al livello massimo la pressione sui decisori – in primis il governo di Israele stesso – in grado di portare alla liberazione dei loro cari. Oggi, all’indomani della liberazione di un nuovo ostaggio dai tunnel della Striscia di Gaza che ha infuso qualche nuova speranza, è la volta di una nuova mobilitazione dal forte impatto. Il Forum delle Famiglie dei rapiti ha infatti dato vita a un lungo e colorato convoglio di auto, partito da Tel Aviv attorno all’ora di pranzo in direzione proprio del luogo dove gli oltre 100 ostaggi mai tornati a casa sono tenuti – vivi o morti: la Striscia di Gaza. Certo il convoglio non s’azzarderà a entrarvi. Promette però di arrivare sino ai confini dell’enclave palestinese cinta d’assedio da mesi dall’esercito israeliano, passando anche per alcuni dei kibbutz assaltati dalle squadre della morte di Hamas il 7 ottobre 2023. A rendere ancor più impressionante l’iniziativa, il fatto che del corteo facciano parte anche alcune delle auto carbonizzate dopo le scorribande dei miliziani islamisti, che in quel sabato di sangue fecero circa 1.200 vittime tra i civili israeliani nel Sud del Paese.


L’ira dei famigliari contro Netanyahu

«Quel che finirà scritto nelle pagine di storia di questa dannata guerra non è se avremo conquistato o meno il Corridoio Filadelfia o quanti terroristi avremo ucciso», ha detto polemica Shira Albag, madre di una ragazza-soldato presa in ostaggio il 7 ottobre, «ma se ci saremo presi cura dei nostri ostaggi e li avremo riportati a casa». Ennesimo evidente attacco a Benjamin Netanyahu e al suo governo, impegnato negli ultimi giorni ad alzare il prezzo per un accordo con Hamas – secondo le ricostruzioni di stampa – per assicurarsi il controllo da parte di Israele dell’area di confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. «Dopo 327 giorni e notti, non avere più scuse. Sulla vostra coscienza resterà una ferita che non si rimarginerà mai e che sarà ricordata da tutti come la distruzione del Paese per generazioni», ha proseguito infuriata la donna al momento della partenza del convoglio verso Gaza, come riporta il Jerusalem Post.


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