Attori etero che interpretano personaggi gay? A Hollywood riparte il dibattito. Tarantino: «Amerei vedere Al Pacino drag queen»

Ai microfoni del seguitissimo podcast Club Random il regista è tornato su un argomento molto dibattuto tra gli addetti ai lavori (e non solo)

Il dibattito che sta tenendo banco a Hollywood nelle ultime settimane in realtà ha una genesi vecchia di almeno un paio d’anni. Per la precisione il 2022, quando Tom Hanks in un’intervista con il New York Times ha dichiarato che oggi si tirerebbe indietro dal ruolo dell’avvocato omosessuale di Philadelphia, ruolo che tra l’altro gli valse il primo Premio Oscar della carriera nel 1994. «Chiediamoci – disse ai tempi l’attore californiano di Concord -: un uomo etero potrebbe fare quello che ho fatto io in Philadelphia oggi? No, ed è giusto che sia così. Il punto centrale del film era non aver paura. Uno dei motivi per cui la gente non aveva paura di quel film è che interpretavo un uomo gay. Ora siamo andati oltre e non credo che la gente accetterebbe l’inautenticità di un attore etero che interpreta un uomo gay. Non è un crimine chiedere a un film di essere più autentico». A distanza di due anni, sull’argomento entra in tackle, come suo solito, Quentin Tarantino, che dai microfoni del seguitissimo podcast Club Random, condotto dallo stand up comedian Bill Mahler, dice: «Se si tratta di una razza diversa, beh, lo capisco. Per quanto riguarda le preferenze sessuali, chiunque potrebbe interpretare qualunque ruolo. C’è anche un aspetto legato alla recitazione. Sarei interessato a vedere Al Pacino interpretare una drag queen, per vedere la drag queen che Al Pacino si inventerebbe, perché è un grande attore».


Gli altri interventi

D’accordo con il regista di capolavori come Le Iene e Pulp Fiction, anche Stanley Tucci, che riguardo l’argomento ha dichiarato che va bene che un etero interpreti un omosessuale, basta che lo faccia nel «modo giusto». L’attore di origini italiane (entrambi i nonni erano calabresi) ha ricordato in questo senso tutti i complimenti ricevuti dalla comunità LGBTQ+ per il suo ruolo nel film Il Diavolo veste Prada, soprattutto quando gli è stato detto, appunto, di aver interpretato il ruolo di un uomo omosessuale nel giusto modo. Importante l’intervento sul tema di Andrew Scott, ultimamente in forte hype come protagonista della serie Ripley, una delle più viste dell’ultima stagione, che ha fatto coming out nel 2013 e ha detto: «Per quanto ritenga importante la rappresentazione, lo è anche la trasformazione. Non mi piace l’idea di essere scelto per qualcosa legato esclusivamente alla mia sessualità: non stai solo interpretando il ruolo di gay, stai interpretando tutte le sfaccettature del personaggio. Non voglio un regime totalitario: dobbiamo considerare ogni singola storia che raccontiamo e cosa è giusto per questa».


Prossimi progetti e prossime elezioni

Durante la discussione con Bill Maher, Quentin Tarantino ha anche svelato in che direzione si starebbe dirigendo il suo lavoro. Pare infatti che dopo aver scartato il progetto The Movie Critic, quello che sarebbe dovuto essere il suo decimo e ultimo film, ora il regista 61enne di Knoxville avrebbe puntato i palchi di Broadway: «In questo momento mi sto orientando più verso la scrittura per il teatro. In una commedia – spiega – il pubblico è un personaggio nella stanza. Il pubblico ride, gli attori aspettano il momento in cui la risata si spegne, poi devono riprendere il ritmo ed è un ritmo ben preciso». Il comico Bill Mahler ha risposto sarcastico: «Dovresti concentrarti sul tuo decimo film», e Tarantino ha risposto prontamente: «Se si rivelerà una successo, probabilmente ne farò un film». Durante questa prima parte dell’intervista (la seconda sarà pubblicata nei prossimi giorni) Mahler e Tarantino hanno anche trovato il tempo di parlare della campagna elettorale per la presidenza che chiaramente oltreoceano è argomento centrale. Il regista, come praticamente tutta Hollywood, ha espresso il suo sostegno a Kamala Harris: «Voterò per lei in ogni caso» ha detto, aggiungendo poi: «Non c’è niente di ciò che ha detto che non sia giusto». Quentin Tarantino tra l’altro ha un precedente spiacevole con Donald Trump che nel 2013 sull’allora Twitter, scrisse: «Django Unchained è il film più razzista che abbia mai visto, fa schifo!».

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