Sharon Verzeni, l’omicidio e l’ipotesi serial killer

Il delitto di Terno d’Isola ha avuto modalità simili a quelle di altri due omicidi in zona. Ma molti punti non combaciano

C’è un’ipotesi serial killer nel delitto di Sharon Verzeni a Terno d’Isola? Mentre le indagini non arrivano ancora a una svolta e il fidanzato Sergio Ruocco parla di un cliente del bar e di un possibile scambio di persona, la pista di un assassino seriale si fonda su altri due omicidi. Entrambi però commessi nel 2016. Le vittime sono Gianna Del Gaudio, uccisa a Seriate, e Daniela Roveri, morta a Colognola. Entrambi i delitti sono stati commessi con il coltello. E, spiega oggi Il Messaggero, sono rimasti finora insoluti. Del Gaudio è morta ad agosto, ed è stata sgozzata. Per il suo omicidio è stato imputato il marito Antonio Tizzani, poi assolto in primo e secondo grado: l’ultima sentenza risale al 2022.


L’arma del delitto

Nel caso di Del Gaudio l’arma del delitto, un cutter, è stata ritrovata. L’omicida l’ha colpita alla gola. Sul manico è stato trovato il Dna del marito. Ma visto che il coltello era in casa, questo è stato considerato soltanto un indizio. La vittima è stata colpita da dietro, mentre era china in avanti, sul lavandino, dove stava rigovernando le stoviglie dopo la cena con il figlio Mario e la compagna. Il marito era uscito nel giardinetto sul davanti, ha acceso le luci, stava innaffiando i fiori. Ha scorto un uomo mascherato con felpa e cappuccio che nel soggiorno rovistava nella borsa della moglie. Quando è fuggito, Tizzani ha trovato il corpo della moglie in un lago di sangue. In questa ricostruzione però è più facile trovare differenze che affinità rispetto al delitto Verzeni.


I due omicidi

Sharon non è stata rapinata e chi l’ha colpita ha usato un’arma sua, di cui poi si è forse liberato. Il delitto di Daniela Roveri è rimasto altrettanto insoluto ma senza arrivare a un processo. Assassinata nell’androne di casa il 20 dicembre 2016 a Colognola (Bergamo), il caso è stato archiviato nel 2019. Gli investigatori hanno battuto ogni pista, dalla vendetta personale alla rapina finita male. Più di 500 persone sono state ascoltate. I sospettati hanno fornito alibi solidi. E l’ipotesi serial killer nel suo caso è stata sul tavolo. L’assassino della manager ha agito con modalità simili a quelle del delitto Verzeni: la donna è stata dissanguata da un taglio netto alla gola provocato da un coltello. Ma un capello e dei peli della mano sono rimasti sull’arma del delitto. Ed è stato decodificato un profilo di Dna.

I punti di contatto

Ma l’individuo è sparito o quantomeno non è più incappato in un’indagine che possa consentire l’abbinamento. Nel caso Verzeni non è sicuro che il Dna dell’assassino sia rimasto sulla scena del delitto. Ma se questo è avvenuto, il confronto con quello del caso Roveri potrebbe già essere stato effettuato. La ricostruzione però non combacia con quanto detto dall’autopsia. Ovvero che quella che ha subito Sharon è stata l’aggressione violenta di una persona comune.

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