Sharon Verzeni, a vuoto le ricerche dell’arma del delitto. E Sergio Ruocco perde la pazienza: «Un po’ tardi per cercarla…»
Nulla di fatto: questo è il deludente esito dei due giorni di ricerche da parte dei carabinieri ed esperti che hanno cercato a Terno d’Isola il coltello con cui ormai un mese fa è stata uccisa Sharon Verzeni. Le ricerche sarebbero state condotte in maniera minuziosa, attorno a via Castegnate, dove è avvenuto il delitto, ma senza tralasciare anche la via in cui la donna viveva con il compagno Sergio Ruocco. Eppure, non è arrivata alcuna svolta significativa ai fini delle indagini. A questo punto dunque, non è escluso che verranno fatte nuove ricerche se necessario. Ma tra i cari della 33enne uccisa da una mano misteriosa, emerge tutta l’amarezza: «La ricerca del coltello? Mi sembra un po’ tardi adesso. Andava fatto prima? Secondo me sì. Sì vede che prima avevano cose più urgenti da controllare probabilmente, ma non è il mio lavoro, non posso giudicare», le poche battute cui s’è lasciato andare questa sera Sergio Ruocco, compagno di Verzeni.
Le parole di Ruocco
L’idraulico 37enne ha raccontato di starla «vivendo male, come al solito, purtroppo» in questo mese passato dalla notte del delitto. L’uomo ha anche aggiunto di essere tornato nella casa dei suoceri dopo il lavoro: «Tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo, ho sentito ovviamente l’affetto dei colleghi che mi stanno vicino». Verzeni è stata colpita con quattro coltellate poco dopo l’una nella notte tra il 29 e il 30 luglio. I carabinieri di Bergamo hanno già cercato l’arma del delitto tra alcuni coltelli sequestrati in alcune perquisizioni nelle settimane scorse, e li hanno analizzati, senza successo.
I sospetti
Ieri, 28 agosto, alle ricerche hanno partecipato anche gli esperti del Mu.Re. il Museo recuperanti 1915-1918, che ha sede a Toscolano Maderno e sono specializzati nel recupero di ordigni bellici. Nel frattempo, non si esclude la pista dello sbandato che la donna non conosceva, caldeggiata da Ruocco. Ma sono attenzionate anche le conoscenze della barista, con l’obiettivo di verificare se non ci fossero rancori che avrebbero potuto motivare un omicidio. Mentre un abitante di Terno ha sollevato sospetti su una persona che gravita in zona e con qualche problema con la giustizia, che sarebbe sparita da un mese.
Le piste
Ovvero, esattamente il lasso di tempo trascorso dall’omicidio. Tuttavia non sarebbe improbabile pensare che, avendo un rapporto travagliato con la legge, l’interessato abbia deciso di levare le tende dopo che la zona ha iniziato a essere piena di forze dell’ordine. Gli inquirenti continuano anche a cercare, infine, l’uomo in in bicicletta ripreso dalle telecamere mentre contromano percorreva via Castegnate nei minuti del delitto. Ci sarebbe un nome attorno a cui confluiscono i sospetti, ma l’uomo in questione non si è ancora fatto vivo o avrebbe ragioni per non farsi trovare, anche se è stato precisato che non si tratta del killer della donna uccisa un mese fa.