Usa 2024, la sfida della musica: anche gli Abba negano i diritti a Donald Trump. Ecco chi tra gli artisti resta dalla parte del tycoon

La band svedese è solo l’ultima a intimare al candidato repubblicano di stare alla larga dalle sue canzoni. Il (risicato) fronte pro-Trump

Dopo Celine Dion, Beyoncé, Foo Fighters, Johnny Marr, Adele, Aerosmith e Guns N’ Roses, anche gli Abba vietano a Donald Trump di utilizzare i loro brani per la sua campagna elettorale. Niente Gimme! Gimme! Gimme! o Take a chance on me per l’ex presidente degli Stati Uniti, di nuovo in corsa per la Casa Bianca. «Noi, insieme ai membri degli Abba, abbiamo scoperto che sono stati diffusi video in cui la musica degli Abba è stata utilizzata durante gli eventi di Trump e abbiamo chiesto che tale utilizzo venga immediatamente tolto e rimosso. Universal Music Publishing AB e Polar Music International AB non hanno ricevuto alcuna richiesta, quindi non è stato concesso alcun permesso o licenza a Trump», hanno dichiarato le case discografiche del gruppo. La band si è attivata dopo che The Winner Takes It All e Money, Money, Money sono stati suonati in un comizio tenuto a luglio da Trump in Minnesota.


La rivolta dei cantanti contro Trump

Gli Abba sono solo l’ultima band ad aver intimato a Donald Trump di stare alla larga dalle loro canzoni. Pochi giorni fa lo stesso copione si è ripetuto con i Foo Fighters. Durante un comizio in Arizona, il tycoon ha salutato il pubblico sulle note di My Hero, ma la band non gli aveva mai concesso l’autorizzazione per usare quel brano. «Le royalties che riceveremo per l’uso di questa canzone saranno donate alla campagna di Kamala Harris e Tim Walz», ha aggiunto un portavoce della rockband in un ulteriore sgambetto a Trump. Uno dei casi più iconici è poi quello di Beyoncé. La sua Freedom, che vede anche la partecipazione di Kendrick Lamar, è diventata la colonna sonora della campagna elettorale della candidata dem. Ma qualche mese fa, quella stessa canzone era stata usata dal tycoon in uno spot elettorale che ora è stato rimosso da ogni piattaforma.


Gli artisti (soprattutto rapper) che appoggiano il tycoon

Nel corso degli anni il mondo della musica si è mostrato sicuramente più tenero con i candidati democratici che con quelli repubblicani. È pur vero, però, che esistono sempre delle eccezioni. Da quando si è candidato per la prima volta a presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha raccolto l’endorsement di alcuni artisti. Il più noto è sicuramente Ye, rapper e artista precedentemente noto come Kanye West. Dopo aver supportato il tycoon nel 2016 e nel 2020, anche questa volta Ye ha scelto da che parte stare: «Sto assolutamente con Trump», ha detto ad alcuni cronisti lo scorso febbraio. Tra gli altri artisti che appoggiano il candidato repubblicano, molti sono rapper e trapper. È il caso di Lil Pump, che ha descritto Trump come «il più grande presidente di sempre», o di Kodak Black, che nel 2020 è stato condannato per possesso illegale di arma da fuoco ma è stato graziato dal tycoon nel suo ultimo giorno alla Casa Bianca.

La rapper Sexxxy Red ha appoggiato apertamente Trump in un’intervista rilasciata lo scorso anno, mentre durante un concerto il suo collega Waka Flocka ha invitato tutti i suoi fan che hanno votato Joe Biden a lasciare il palazzetto. Azealia Banks ha annunciato che a novembre voterà per Trump. Il motivo: «È così divertente!», ha spiegato in un’intervista. Mentre DaBaby, uno dei rapper più noti negli Stati Uniti, lo ha definito (positivamente) «un gangster». Tra gli artisti delle generazioni precedenti ci sono soprattutto due supporter di Trump che spiccano sugli altri: Kid Rock e Billy Ray Cyrus, cantante country e padre della più nota Miley, che però è una feroce critica del tycoon.

In copertina: Donald Trump balla durante un comizio a Grand Rapids, in Michigan, 20 luglio 2024 (EPA/Allison Dinner)

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