Usa 2024, Kamala Harris a caccia dei voti dei moderati: «Nominerò un Repubblicano nel mio governo»

Nella prima intervista tv dal passaggio di testimone da Joe Biden, la candidata spiega: «Quattro anni alla Casa Bianca ti cambiano, voglio trovare soluzioni per il bene comune»

Kamala Harris nominerà un “ministro” di fede Repubblicana se sarà eletta prossima presidente degli Stati Uniti. Lo ha detto la stessa candidata dei Democratici ai microfoni della Cnn, nella prima intervista tv rilasciata da quando Joe Biden ha abbandonato la corsa e le ha ceduto il testimone, poi confermato formalmente dalla convention democratica della scorsa settimana. «Penso sia davvero importante», ha spiegato Harris alla giornalista Dana Bash. «Ho passato tutta la mia carriera ad incoraggiare la diversità d’opinione, e penso sia importante avere gente attorno al tavolo delle decisioni che contano con visioni ed esperienze diverse. E penso che gli americani ne beneficerebbero se avessi un membro repubblicano del mio Gabinetto». Già nel discorso di accettazione della candidatura a presidente Usa tenuto una settimana fa esatta dal palco della convention di Chicago, Harris aveva fatto molte aperture al centro, insistendo su temi come sicurezza e lotta all’immigrazione, oltre che su una guida forte negli affari internazionali. La candidata Dem ha comunque rifiutato di indicare sin d’ora un nome di chi tra i conservatori includerebbe nella sua squadra di governo: «Mancano 68 giorni al voto, non metto il carro davanti ai buoi».


Cambiare idea per il bene del Paese

L’intervista completa a Kamala Harris, e al suo vice designato Tim Walz seduto al suo fianco, andrà in onda sulla Cnn alle 21 di questa sera E.T. – le 3 di notte in Italia – ma l’emittente Usa ha anticipato sul suo sito alcuni passaggi chiave dell’intervista. Oltre all’apertura ai Repubblicani, nell’intervista Harris cerca anche di difendersi dall’accusa di aver cambiato posizione negli anni su alcuni temi chiave. O meglio, di spiegare perché ciò sia avvenuto. Perché su questioni sensibili come il via libera o meno al fracking (trivellazioni) o la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina le posizioni della Harris candidata di quattro anni fa si sono capovolte quando è andata al governo degli Usa (e ora che punta a guidarli? «I miei valori non sono cambiati», ha parato il colpo Harris. Ma, ha spiegato, i quattro anni da vicepresidente le hanno dato una nuova prospettiva su alcune questioni chiave per il Paese. «Uno degli aspetti cruciali da questo punto di vista è stato viaggiare nel Paese in lungo e in largo. Penso sia importante costruire consenso, e trovare un punto comune d’intesa sul quale possiamo realmente risolvere i problemi». La campagna per Usa 2024 si vince al centro, è la scommessa (evidente) di Kamala Harris. Cui i sondaggi danno concordemente ora un lieve vantaggio. Ma la cavalcata è ancora lunga e irta di possibili insidie.


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