Omicidio Sharon Verzeni, la Lega all’attacco sui «nuovi italiani». Salvini: «Pena esemplare per il killer»

Il fermato Moussa Sangare è un cittadino italiano di origine africana. Anche il leghista Borghi cavalca la questione: «Oh, abbiamo i giornali che per una volta ci dicono la nazionalità di un criminale»

Nella notte tra il 29 e il 30 agosto è stato fermato, per l’omicidio di Sharon Verzeni, Moussa Sangare. Il 31enne ha confessato di aver ucciso la donna a coltellate: «Ho avuto un raptus improvviso, non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa». Sul caso di cronaca nera si è innestata, subito, la battaglia politica. Appena rivelata l’identità del presunto assassino, sulla pagina Facebook di Matteo Salvini è stato pubblicato un post: «Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai carabinieri».


Insieme al segretario, un altro esponente di vertice della Lega si è espresso concentrandosi sulle origini dell’uomo che – occorre ribadirlo – è un cittadino italiano. Claudio Borghi, su X, ha ironizzato: «Oh, abbiamo i giornali che per una volta ci dicono la nazionalità di un criminale. È italiano. Si chiama Moussa Sangare». La deputata del Carroccio Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del partito, esplicita l’intenzione di usare il caso Verzeni per una riflessione sulle norme di concessione della cittadinanza: «Un episodio tragico che devi farci riflettere. Davvero sono questi i nuovi italiani a cui aspiriamo?».


La protesta di Avs

Contro questo modo di commentare il prosieguo dell’inchiesta è intervenuta Luana Zanella, capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera: «Ciò che è orribile nel post di Salvini è il tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio: questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner».

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